In 3 sorsi – Dopo un anno e mezzo di avanzate delle Rapid Support Forces, negli ultimi 6 mesi le forze regolari hanno recuperato l’iniziativa e riconquistato aree strategiche. All’orizzonte tuttavia non si vedono ancora spiragli che facciano pensare a una conclusione per via negoziale del conflitto.
1. LO SCOPPIO DELLA GUERRA E L’INIZIATIVA IN MANO ALLE RSF
I primi veri e propri combattimenti della guerra civile in Sudan tra le Forze Armate Sudanesi (SAF) del generale al-Burhan e le Rapid Support Forces (RSF) di Hamdan Dagalo “Hemetti” cominciarono il 15 aprile 2023, dopo alcuni giorni di tensione. Nelle settimane successive, gli scontri, inizialmente limitati alla capitale Khartoum, si espansero in tutto il Paese. Per l’intero 2023 le RSF hanno mantenuto tendenzialmente l’iniziativa, in particolare nel Darfur. La regione sud-orientale è infatti la roccaforte delle RSF e del loro leader Hemetti. La composizione etnico-demografica dell’area, abitata soprattutto da etnie di origine arabo-saheliane e religione musulmana ne fa anche uno dei principali bacini di reclutamento delle RSF. In Darfur tra ottobre e dicembre del 2023 le forze regolari di al-Burhan hanno subito un tracollo quasi completo, dovuto non tanto a sconfitte subite sul campo, quanto all’incapacità di rifornire le proprie truppe, che sono state costrette spesso a ritirarsi senza combattere a causa dell’assedio portato avanti dalle RSF.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Abitanti della città di Wad Madani festeggiano l’arrivo dell’esercito
2. ALTRE MILIZIE LOCALI DICHIARANO GUERRA ALLE RSF
Anche nei primi mesi del 2024 le RSF hanno mantenuto l’iniziativa e hanno proseguito le avanzate, con alterni risultati, tanto nel Kordofan del Sud, dove sono state contrastate sia dall’esercito regolare, sia da milizie locali, quanto nella regione di Sennar, dove hanno prima conquistato e poi perduto la città di Sinjah. A partire dalla metà del 2024 le RSF hanno iniziato a incontrare maggiori difficoltà un po’ su tutti i fronti. In Darfur la Joint Darfur Force (JDF), formata da alcuni gruppi ribelli firmatari dell’accordo di pace di Giuba del 2020 e guidati dal Governatore regionale del Darfur Minni Minnawi, ha dichiarato guerra alle RSF, come anche il Broad Islamic Current di Ali Karti. Anche la JDF è stata accusata di mettere sistematicamente in pericolo la vita dei civili e di non avere reali competenze per quanto riguarda la loro difesa e la loro evacuazione dalle zone di combattimento attivo.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Ali Karti, ministro degli Esteri sudanese e Presidente della Broad Islamic Current durante una visita in Turchia
3. LA GUERRA A UN PUNTO DI SVOLTA?
Nella seconda metà del 2024 l’esercito regolare ha progressivamente ripreso l’iniziativa e portato avanti le prime offensive di successo. A settembre le SAF hanno ricatturato lo strategico ponte che collega Khartoum alla vicina città di Omdurman. Tra ottobre 2024 e gennaio 2025 l’esercito è inoltre riuscito a riconquistare i capoluoghi regionali di Sennar e Gezira persi l’anno precedente, rispettivamente Sinjah e Wad Madani, situati sul fiume Nilo e di primaria importanza per unire l’est e l’ovest del Sudan. Queste vittorie sono state agevolate da un’intensificazione delle attività di bombardamento dell’aeronautica militare sudanese, che hanno però causato anche decine di morti civili.
Nonostante i risultati strategici delle SAF, è prematuro affermare che il conflitto sia a una svolta. Sicuramente le forze di al-Burhan stanno recuperando terreno, ma le RSF controllano ancora gran parte della regione di Gezira e delle aree sud-occidentali del Paese. Finché inoltre i flussi di fondi e armi (anche russe) diretti alle RSF e provenienti da Emirati Arabi Uniti, Libia e Ciad non si interromperanno, sarà molto difficile portare Hemetti a compromessi senza l’uso della forza. Per quanto il conflitto stia attraversando una delle fasi più calde, un accordo sembra lontanissimo ed è ancora presto per prevedere se nel 2025 si raggiungerà un’intesa per interrompere i combattimenti o almeno arrivare a un cessate il fuoco.
Daniele Atzori
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