Caffè Lungo – L’operazione militare lanciata da Israele contro l’Iran, sostenuta poi direttamente dagli USA, ridisegna lo scenario mediorientale, nel sogno del Governo Netanyahu di sistemare una volta per tutte le mire nucleari di Teheran. Il Cremlino ha nell’Iran un buon partner e, invece di usare la forza, punta al ruolo diplomatico per recuperare prestigio sulla scena internazionale.
GLI INTERESSI MILITARI ED ECONOMICI DI RUSSIA E IRAN
La Russia, dopo la Rivoluzione iraniana che eliminò il filo occidentale Shah Reza Pahlavi, il quale aveva iniziato un programma nucleare sostenuto dagli Stati Uniti e, in particolare, in seguito alla seconda guerra del Golfo, che vide l’aumento della presenza americana nella regione, ha incrementato la cooperazione con l’Iran su molti dossier.
Sono stati, infatti, portati a termine diversi accordi di collaborazione tra i due Paesi. Entrambi si sono giovati non solo di scambi commerciali, ma anche di una forte cooperazione su dossier delicati come quelli militare e nucleare, in cui il Cremlino ha appoggiato il programma nucleare iraniano e sostenuto la necessitĂ di eliminare le sanzioni commerciali promosse dall’Occidente.
La necessitĂ di avere armamenti a buon mercato, come i droni Shahed usati spesso durante la guerra in Ucraina, ha visto Mosca rafforzare l’asse con Teheran, firmando trattati di cooperazione come quello del gennaio 2025 a Mosca, che prevedono forniture di armamenti, cooperazione tra intelligence, repressione di movimenti separatisti che minino l’instabilitĂ interna. A differenza dell’accordo siglato dal Cremlino con la Corea del Nord, però, non c’è la clausola di reciproca assistenza militare in caso di aggressione.
Entrambi i Paesi, inoltre, condividono le difficoltĂ economiche legate alle sanzioni imposte dai Paesi occidentali e la volontĂ di costruire un sistema politico alternativo a quello americano, in cui anche la recente entrata di Teheran nei BRICS e la cooperazione in ambito bancario dimostrano un asse rafforzato.
Fig. 1 – Vladimir Putin insieme al Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi a Mosca, 23 giugno 2025. Dopo il bombardamento americano dei siti nucleari, Araghchi si è recato in Russia per consultarsi con il Cremlino su come reagire all’iniziativa di Trump
IL MAR CASPIO COME ELEMENTO STRATEGICO DELLA COOPERAZIONE RUSSIA-IRAN
Le due potenze hanno interesse a mantenere lo status giuridico attuale che non riconosce il Caspio come mare, per via dello sfruttamento dei ricchi giacimenti di gas e petrolio e per ragioni militari, vista la presenza della flotta russa del Caspio, in una regione tra le piĂą complesse da governare per Mosca, con gruppi separatisti in alcuni oblast come il Daghestan.
La Convenzione del Caspio, firmata nel 2018 da tutti i Paesi che si affacciano sulle sue coste, ha sancito il divieto di installazione di basi e attivitĂ militari da parte di Stati stranieri e la possibilitĂ del diritto di veto da parte di Mosca nel caso vengano realizzati, da parte degli altri membri della Convenzione, progetti infrastrutturali lesivi dell’impatto ambientale, una mossa per evitare la creazione di rotte per gli idrocarburi che penalizzino Mosca.
Negli ultimi anni si è visto un incremento della navigazione commerciale tra i due Paesi a seguito della invasione dell’Ucraina, un elemento strategico per Mosca, perchĂ© rappresenta una via piĂą breve per il trasporto di merci, aggirando anche la via terrestre del Caucaso, pericolosa perchĂ© attraversa aree di Paesi ex sovietici e territori russi soggetti ciclicamente a instabilitĂ .
Mosca ha aperto agli investimenti iraniani, al punto da permettere l’acquisto dell’area portuale di Solyanka, vicino ad Astrakhan, da parte di una joint venture di imprese russo-iraniane, in cui i partner della Repubblica Islamica detengono la maggioranza delle quote.
Il Cremlino sta investendo risorse per rendere i porti del Caspio settentrionali disponibili alle navi iraniane tutto l’anno, creando infrastrutture per permettere loro la navigazione sui fiumi russi e ottenendo in cambio da Teheran appalti per la costruzione di ferrovie ad alta capacitĂ per il trasporto merci e un accesso privilegiato allo sbocco marittimo iraniano di Bandar Abbas, una delle porte verso l’India, mercato tra i piĂą importanti per i prodotti energetici di Mosca.
Fig. 2 – Il Caspio visto dal castello di Narin a Derbent, nel Daghestan russo, giugno 2025
IL DOSSIER NUCLEARE IRANIANO: UNA OCCASIONE DIPLOMATICA PER IL CREMLINO
La decisione del Governo israeliano di sferrare un attacco preventivo all’Iran, pianificata da anni ma attuata in concreto con l’operazione Rising Lion degli scorsi giorni, pone per Mosca la necessitĂ di risolvere la questione nucleare iraniana prima che la guerra Israele-Iran perduri con conseguenze molto gravi per la stabilitĂ della regione e per l’economia globale, a partire dal prezzo del petrolio e delle materie prime.
Il dossier nucleare iraniano è oggetto di discussione da decenni e la notevole esperienza di Mosca nel campo per Teheran è importante, comprendendo anche scambi legati alla ricerca, in cui diversi scienziati iraniani si sono formati presso istituti russi.
Mosca ha condannato l’attacco israeliano, senza usare i toni aggressivi tipici della sua propaganda antioccidentale. Pur mantenendo, infatti, il sostegno all’Iran, il Cremlino ha interesse a mediare tra le parti per riguadagnare ulteriori consensi in Medio Oriente, in modo da recuperare l’influenza diplomatica, compromessa a seguito della guerra in Ucraina, ma ancora in grado di incidere nell’area.
Per Putin, inoltre, rimane cruciale mantenere il regime iraniano al proprio posto, in quanto prezioso fornitore militare di Mosca, evitando che si crei a Teheran un Governo meno incline al dialogo con la Russia, in particolare dopo aver giĂ perso in Siria Bashar al-Assad, il piĂą fedele alleato in Medio Oriente.
La capacitĂ di costruire un asse alternativo ostile all’Occidente, per Mosca, passa anche dalla necessitĂ di mantenere attuali e concreti i suoi interessi nell’area mediorientale, in particolare a seguito della rottura dei rapporti con i Paesi europei in cui i mercati asiatici e del Golfo sono per il Cremlino l’alternativa economica, assieme all’Artico, su cui puntare per recuperare gli introiti persi a seguito delle sanzioni europee.
Lorenzo Pallavicini
“View of Tehran” by Maxim Sinelshchikov is licensed under CC BY