In 3 Sorsi – Dopo aver preso il controllo de La Cota 905, la banda del Coqui si è spinta fino a CĂşcuta, la principale cittĂ della frontiera colombiana, dove ha stretto un accordo con il clan del Golfo per riciclare in Colombia il denaro del narcotraffico.
1. IL QUARTIERE DEL ‘COQUI’
Cota 905 è il quartiere piĂą violento di Caracas. Sorge ai piedi dell’Avenida Guzman Blanco, la strada che non solo taglia a metĂ la Capitale venezuelana, ma stabilisce anche un confine nel mondo del crimine: quello spazio è della banda di Carlos Luis Revete detto “El Coqui”, il criminale piĂą ricercato del Venezuela. Su di lui nemmeno la Guardia Bolivariana ha informazioni certe. Si dice che abbia mosso i primi passi nel mondo del crimine come braccio destro di Jesus Alberto Ramos alias “El Chavo“, capo di una banda che nel 2014 decise di allearsi con gli altri gruppi criminali di Caracas per sferrare un attacco contro la Polizia. Nacquero così le “megabandas“, cioè gang di strada molto piĂą violente e strutturate. Una di queste bande nacque proprio nella Cota 905 con a capo El Chavo. Dopo la sua morte nel 2015, El Coqui prese il controllo del gruppo, che all’epoca si dedicava alle rapine e al traffico di droga. Per evitare una guerra nelle favelas il Presidente della Repubblica Nicolás Maduro decise di inserire la Cota 905 nel programma di “Zonas de Paz“, un provvedimento che consegnò la gestione del quartiere al gruppo del Coqui a patto che non venissero commessi delitti di sangue e che la banda continuasse a difendere la rivoluzione bolivariana.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – 9 luglio 2021. Scatta l’operazione della Guardia Bolivariana nella Cota 905 per catturare gli integranti della banda del “Coqui”
2. LA PRESA DI CĂšCUTA
Dopo essere riuscito a cacciare la Policia Nacional dalla Cota 905, l’impero del Coqui si è spinto verso la frontiera colombiana. A Cúcuta, capitale del Dipartimento del Norte di Santander, la banda ha trovato terreno fertile per incrementare i suoi affari. Motivo per cui la Cota 905 è stata soggetta negli ultimi mesi a numerosi blitz da parte delle Fuerzas de Acciones Especiales (FAES), il sanguinario gruppo d’assalto fedele a Maduro, intenzionato a riprendere il controllo del barrio per dimostrare la forza del suo regime. A luglio del 2021 l’operazione Gran Cacique Indio Guaicapuro, creata per stroncare la banda del Coqui alla Cota 905, si è dimostrata un flop, poiché il boss è scappato a Cúcuta, dove avrebbe ricevuto aiuti dai narcos del Clan del Golfo. Il Coqui, tenendo fede alle voci che provengono dal Venezuela, starebbe pensando di trasferire parte del suo patrimonio in questa città colombiana rilevando alcune attività commerciali, ad esempio gli uffici di cambio. Un modo per trasformare Cúcuta in una grande lavanderia dove riciclare il denaro sporco proveniente dal Venezuela.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – CĂşcuta, dove la banda del Coqui ha spostato i suoi affari, è il pericoloso crocevia dei principali business illeciti della Colombia
3. IL MITO DELLA FRONTIERA
La frontiera tra Colombia e Venezuela è il confine più pericoloso al mondo. Le miniere illegali di coltan, il narcotraffico e i migranti venezuelani hanno reso quel pezzo di terra il Paese dei balocchi per molte organizzazioni criminali: la dissidenza delle FARC, il fronte Domingo Lain dell’ELN, i colectivos venezuelani e ora anche la banda del Coqui. InSight Crime sostiene che il Venezuela ha smesso di essere un posto sicuro per i ragazzi della Cota 905 e che la frontiera colombiana potrebbe essere il nuovo nascondiglio di quest’organizzazione. Un luogo in cui il Coqui avrà il tempo di riorganizzare la banda in attesa di tornare alla Cota 905 per riconquistare il barrio. Il clima a Caracas è sempre più teso al punto che lo stesso Maduro ha accusato le opposizioni di “aver investito migliaia di dollari nelle bande criminali per spargere il panico in città ”. Ad oggi solo un dato è certo: El Coqui è arrivato sulla frontiera colombiana e nulla gli impedisce, una volta ripreso il controllo delle favelas venezuelane, di girare lo sguardo verso ovest e di tentare l’assalto alle grandi metropoli colombiane.
Mattia Fossati
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