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Austria, incertezza dopo le elezioni: a Kurz non riesce il “colpaccio”

In 3 sorsi – Le elezioni legislative del 29 settembre scorso hanno sancito una vittoria storica per il Partito Popolare del Cancelliere uscente Sebastian Kurz. I principali sconfitti sono stati il Partito della Libertà Austriaco, di estrema destra, e il Partito Socialdemocratico. Si apre ora una fase di consultazioni che non sembra avere esiti certi.

Le elezioni in Polonia

In 3 sorsi Domenica 13 ottobre i polacchi hanno votato alle legislative per il rinnovo delle due Camere. Il partito conservatore ed euroscettico PiS (Diritto e giustizia) si è confermato vincitore. Ma la sua strada sarà tutt’altro che in discesa.

Guerra in Siria: lo scacchiere internazionale

In 3 sorsiLa distanza di Erdogan da Trump dopo gli ammonimenti della Casa Bianca favoriscono il ruolo di Putin come ago della bilancia per la risoluzione del conflitto. L’Unione Europea intanto si impegna a vietare la vendita di armi alla Turchia.

La rivoluzione libanese: tra le fiamme e i meme

Ristretto- Dopo dieci giorni dall’inizio delle proteste in Libano la situazione non sembra calmarsi. Ma cosa sta succedendo nelle strade del Paese?

L’Africa e la nuova era digitale

In 3 sorsi I Paesi africani rincorrono la digitalizzazione tra ostacoli politico-sociali e nuovi hub tecnologici all’avanguardia.

Gestire l’immigrazione in Italia? Servono politiche razionali

Il tema dell’immigrazione monopolizza spesso il dibattito pubblico in Italia, quasi sempre con toni esagerati e termini inesatti. Andrea T. Torre, direttore del Centro Studi Medì di Genova e membro del nostro comitato scientifico, presenta alcune proposte per governare meglio il fenomeno in questo editoriale per il Caffè.

Nuovi attentati in Burkina Faso

In 3 sorsi – Nuovi violenti attacchi di matrice jihadista scuotono la regione centro-settentrionale del Burkina Faso, provocando vittime tra civili e forze di sicurezza burkinabé.

Sud America al voto, le elezioni viste con gli occhi di Bolsonaro

In 3 sorsi – Questa settimana saranno tre i Paesi in Sud America che si appresteranno a tornare alle urne. Ha aperto la Bolivia, seguiranno Argentina e Uruguay domenica. La Paz tornerà al voto il 15 dicembre, mentre gli altri lo faranno il 24 novembre.

L’Italia e gli Stati Uniti di nuovo nel mirino di Al-Shabaab

In 3 sorsi – L’Italia e gli Stati Uniti respingono i nuovi assalti di Al-Shabaab, che però miete vittime, civili e non, tra propri connazionali. 

Il futuro economico dell’Eurasia si costruisce in Armenia

Analisi – L’Armenia ha ospitato il recente vertice dell’Unione economica eurasiatica. All’evento sono stati invitati anche Singapore e Iran. Mentre con la città-Stato si è concluso un importante accordo commerciale, ambiziosi progetti energetici potrebbero coinvolgere Teheran. In pochi anni l’organizzazione guidata da Mosca ha ottenuto ottimi risultati, espandendo la propria influenza. Quale ruolo possono ritagliarsi le ambizioni armene in questo scenario?          

Libia: Haftar e Serraj alla resa dei conti

In 3 sorsi – Sono passati otto anni dall’intervento occidentale che ha spodestato il regime di Muammar Gheddafi. Oggi, con due Governi e centinaia di milizie armate che controllano il territorio, la Libia è uno Stato fallito, stremato da una guerra che sembra non finire più.  

Cile, dopo 32 anni torna il coprifuoco

Ristretto Situazione incandescente con 10 morti, saccheggi e incendi a Santiago

Per la prima vola dal 1987, epoca Pinochet, a Santiago del Cile torna il coprifuoco. La misura è divenuta necessaria per controllare l’ordine pubblico, sfuggito al controllo del presidente Pineira che ha chiesto l’aiuto dei militari. L’inquilino de La Moneda ha ridotto l’emergenza ad una mera questione di ordine pubblico, inveendo contro i saccheggi (che pure ci sono stati), gli scontri e soprattutto gli incendi che hanno devastato la metro della capitale, usata ogni giorno da più di due milioni di persone.

Alla fine l’aumento (il terzo in poco tempo) del costo del biglietto è stato cancellato ma la situazione rimane tesa e soprattutto Pineira non è intenzionato a combatterne le reali cause.

I rivoltosi esprimono un disagio sociale che viene da lontano, dall’adesione alle politiche liberiste del dopo Bachelet. L’istruzione universitaria pubblica è molto carente, le medicine costano, l’inflazione sale ma il livello reale delle retribuzioni no. I lavoratori sono costretti a depositare il 12% delle retribuzioni a misteriosi fondi pensione che però non restituiscono rendite dignitose, il livello della sanità pubblica è sceso ed è diventato piuttosto costoso.

Addirittura nella capitale ed in altre 4 regioni è stato imposto il coprifuoco. Gli scontri con le forze dell’ordine hanno prodotto intanto 11 morti, né la parole del presidente hanno placato gli animi. “Siamo in guerra”, le dichiarazioni ufficiali. Ma non si parla di analisi del disagio sociale, nè di politica economica. Nel mese di novembre il Cile ospiterà il vertice Apec ed in dicembre il COP25, sarà in grado di farlo?