In un mondo che cambia velocemente, siamo spesso invece tentati di parlare di energia utilizzando gli stessi paradigmi e concetti di venti-trenta anni fa. Ma anche questo ambito è cambiato e, con essa, la partita che si gioca a livello globale.
Se dovessimo chiedere all’opinione pubblica, in particolare quella parte non specialista del settore, come si caratterizza lo scenario energetico globale, è facile che vengano citati i seguenti punti – considerati capisaldi quasi immutati da qualche decennio:
- il Medio Oriente e il Nord Africa sono il fulcro della produzione mondiale di idrocarburi e rimangono al centro dell’interesse energetico mondiale
- la parte del mondo più interessata e bisognosa delle risorse energetiche mediorientali è l’Occidente (quindi USA ed Europa in primis)
- l’Occidente è molto vulnerabile a eventuali problematiche e crisi geopolitiche negli stati produttori, tanto da implicare una quasi automatica reazione non appena ciò accade, mentre il resto del mondo ne è meno sensibile.
- il petrolio sta finendo o è destinato a finire presto (concetto del “peak oil”)
Non che tali considerazioni siano tutte necessariamente sbagliate. Tuttavia come il mondo cambia per numerosi altri aspetti (ad esempio la tecnologia informatica), così cambia anche per l’energia e alcune di queste valutazioni andrebbero aggiornate – in alcuni casi completamente stravolte. Partendo però da ciò che rimane ancora costante, per esempio, un’occhiata alle produzioni di petrolio per continente ci mostra ancora il Medio Oriente come principale area produttiva
Secondo l’Eni World Oil & Gas Review 2014, infatti, nel 2013 la produzione di petrolio (contando greggio convenzionale, non convenzionale e gas condensati), ha raggiunto esattamente questi valori (rappresentati graficamente nella mappa precedente)
Medio Oriente | 28013 |
Nord America | 14260 |
Russia | 10877 |
America Latina | 10312 |
Africa | 9287 |
Asia-Pacifico | 8192 |
Europa | 3523 |
Asia Centrale | 2877 |
(produzione petrolifera mondiale, in migliaia di barili al giorno)
Tali rapporti sono abbastanza confermati anche guardando i primi 10 produttori mondiali del 2013:
Balza agli occhi, per chi non ha seguito da vicino le vicende energetiche degli ultimi anni, la forte produzione statunitense, che nel primo trimestre 2014 ha addirittura superato gli 11 milioni di barili al giorno (dei quali oltre 9 sono di greggio, il livello più alto dal 1973), portando gli USA al primo posto tra i produttori, prima anche di Russia e Arabia Saudita.
Non è una novitĂ per gli addetti ai lavori che lo scenario energetico globale degli ultimi anni abbia visto un incremento della produzione petrolifera USA grazie al tight oil, ovvero quel petrolio (anche definito “non convenzionale”) estraibile da rocce piĂą compatte solo tramite costose tecniche di hydraulic fracturing, meglio noto come fracking.
[box type=”info” ]DIZIONARIO ENERGETICO:
Risorse non convenzionali (unconventional): si tratta di risorse naturali (principalmente idrocarburi, quindi petrolio e/o gas naturale) che normalmente non è facile estrarre perché intrappolati in rocce più compatte o perché dotate di caratteristiche chimico-fisiche sfavorevoli, ad esempio una viscosità troppo elevata che impedisce lo scorrere. Per estrarle si utilizzano tecniche sofisticate e generalmente costose (come il fracking), così da rendere convenienti tali risorse solo se il prezzo di vendita rimane alto.[/box]
Non a caso per capire cosa stia avvenendo è necessario combinare la tabella dei top-10 produttori con quella della variazione di produzione da anno ad anno e che mostra, tra il 2012 e il 2013, proprio un forte aumento di produzione USA (peraltro già iniziato negli anni precedenti)
Rimanendo sugli idrocarburi, anche il gas naturale merita di essere valutato per scoprire come stiano cambiando gli scenari mondiali.
Nord America | 827,28 |
Russia | 657,66 |
Medio Oriente | 556,96 |
Asia-Pacifico | 495,75 |
Europa | 286,44 |
America Latina | 227,75 |
Asia Centrale | 188,48 |
Africa | 185,60 |
(produzione mondiale di gas naturale, in miliardi di metri cubi)
Non è una sorpresa che accanto alle produzioni mediorientali – in primo luogo Qatar – spicchino sempre la Russia (basti pensare a quanto l’Europa ne sia dipendente) e, ancora, gli USA, come confermato sempre dalla top-10:
In questo caso non si osservano particolari variazioni anno su anno, ma andando oltre i numeri, la grande crescita della produzione USA dello shale gas (anch’esso risorsa “non convenzionale” ottenuta tramite tecnica di fracking) risulta essere la variazione piĂą sensibile riscontrata negli ultimi anni.
Il risultato di tali aumenti di produzione statunitensi, uniti a un rallentamento delle economie sviluppate e in via di sviluppo, hanno portato a un forte calo del prezzo del petrolio, ora a circa 65-75$/barile, crollo preventivato giĂ nel 2012Â da uno dei massimi esperti mondiali di petrolio, Leonardo Maugeri (ex-dirigente Eni e ora insegnante al Belfer Center dell’universitĂ di Harvard), nel suo lavoro “Oil: The Next Revolution“.
Quella che viene chiamata “la rivoluzione energetica USA” però non può bastare a illustrare tutto ciò che sta avvenendo nel mondo oggi. La partita dell’energia è infatti molto complessa e il 2015 vedrĂ la continuazione di mosse e contromosse da parte di numerosi attori internazionali quali Russia, Cina, Europa, Arabia Saudita, Brasile e altri e, per essere compresa, richiede di spostare lo sguardo anche lĂ dove tradizionalmente l’opinione pubblica non ha mai guardato molto.
Questo ci permetterĂ anche di capire gli effetti dell’attuale calo dei prezzi petroliferi e delle altre dinamiche rilevanti ora in atto.
Lo faremo insieme, regione (o stato) per regione e ci renderemo conto di come non si tratti di tanti capitoli separati ma di come, invece, sia tutto legato e tutto ciò che avviene da una parte del mondo abbia conseguenza anche su tutte le altre.
La rivoluzione energetica USA non si ferma
Conclusioni: Energia: tutto cambia e tutto rimane uguale
Lorenzo Nannetti
[box type=”shadow” ]Un chicco in piĂą
Note sulle fonti
I dati per questo speciale sull’energia sono presi da varie fonti, principalmente:
- Eni’s World Oil & Gas Review 2014
- International Energy Agency
- The Oxford Institute for Energy Studies
- Bloomberg
- Oil & Gas Journal
- US Energy Information Administration (EIA)
- ABO – About Oil
- Rigzone
Note cartografiche
Le due mappe mondiali sono basate su una proiezione “Natural Earth”, combinazione della proiezione Kravayskiy VII e della proiezione di Robinson e sono state poi completate a mano[/box]
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Un chicco in piĂą
Questo pezzo fa parte de “Il Giro del Mondo in 30 Caffè”, il nostro outlook per il 2015. Lo potete trovare per intero qui. Buona lettura!
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