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Un anno cruciale per “Bibi” Netanyahu

GDM2018 – Benjamin Netanyahu, in arte “Bibi”, è l’attuale Primo Ministro di Israele. Nato nel 1949 ha un passato fatto di armi e libri. È un jack nel mazzo di carte targato Il Caffè Geopolitico

CHI È?

Benjamin Netanyahu, in arte “Bibi”, è l’attuale Primo Ministro di Israele. Nato nel 1949 ha un passato fatto di armi e libri. Dopo aver combattuto al fronte durante la guerra dello Yom Kippur (1973) si è laureato negli Stati Uniti prima di rientrare in Israele e fondare un centro di contrasto al terrorismo. Ambasciatore presso le Nazioni Unite dal 1984 al 1988 è diventato nel 1996 il più giovane Primo Ministro della storia di Israele. Dopo aver ricoperto altri incarichi governativi è tornato alla guida di Israele nel 2009, venendo riconfermato nelle elezioni del 2013 e del 2015.

COME È STATO IL SUO 2017?

L’arrivo alla presidenza di Donald Trump è coinciso con l’apertura di una finestra di opportunità importante per Israele. Il tycoon, infatti, è entrato alla Casa Bianca con un punto fermo per la sua politica mediorientale: riavvicinarsi allo Stato ebraico e rinforzare la relazione speciale tra i due Paesi. Se durante gli otto anni obamiani Bibi si era trovato spesso in disaccordo con il Presidente americano – in particolare sull’Iran Deal – con l’arrivo di Trump le cose sono cambiate: il Presidente USA ha mantenuto la sua promessa di una postura più dura verso l’Iran, e di iniziare le procedure per spostare l’Ambasciata statunitense a Gerusalemme, riconoscendo la città come capitale dello Stato ebraico. Ciò ha impattato positivamente sulla figura del Primo Ministro israeliano che ha potuto far valere internamente il supporto del potente alleato. Non tutto il 2017, però, è stato sereno per Netanyahu: da gennaio, infatti, il premier si trova sotto indagine per frode, le critiche alla sua gestione economica del Paese aumentano e il prossimo anno potrebbe riservare sorprese.

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Fig. 1 – Immagine proiettata sulle mura di Gerusalemme nel giorno dell’annuncio del riconoscimento della Città Santa come capitale dello Stato di Israele

COME SARÀ IL SUO 2018?

Anche se riuscisse a uscire indenne dall’indagine in corso il 2018 sarà un anno caldo per Bibi. Internamente appaiono esserci ancora pochi rivali di peso, mentre è la prospettiva dei rapporti regionali quella più tesa. Come per Mohammad bin Salman, innanzitutto, guida un Paese immerso in uno scenario volatile e per nulla stabile: Hezbollah sta uscendo vittorioso dalla guerra civile in Siria e l’esperienza accumulata sul campo potrebbe essere d’ora in poi rivolta contro Israele. I problemi con la componente araba della popolazione così come con i vicini palestinesi non accennano a diminuire, e lo stesso vale per le proteste internazionali (anche se il supporto USA viene considerato sufficiente per ignorarle). Netanyahu dovrà confrontarsi anche con un Iran minaccioso e un’Arabia Saudita pronta, forse, a fare il grande passo verso Israele per contenere l’avversario persiano. Sarà da seguire, infine, la situazione di Gerusalemme, per vedere se alcuni Paesi seguiranno gli Stati Uniti nel riconoscimento. Ciò potrebbe impattare su un possibile accordo di pace tra israeliani e palestinesi. Un’altra questione calda destinata a rimanere tale anche nel prossimo anno.

Simone Zuccarelli

Foto di copertina di Utenriksdept Licenza: Attribution-NoDerivs License

Benjamin Netanyahu è una delle carte del mazzo de Il Caffè Geopolitico. Associatevi qui per ricerverlo insieme ad altri vantaggi.

 

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Simone Zuccarelli
Simone Zuccarelli

Classe 1992, sono dottore magistrale in Relazioni Internazionali. Da sempre innamorato di storia e strategia militare, ho coltivato nel tempo un profondo interesse per le scienze politiche. 

A ciò si è aggiunta la mia passione per le tematiche transatlantiche e la NATO che sfociata nella fondazione di YATA Italy, sezione giovanile italiana dell’Atlantic Treaty Association, della quale sono Presidente. Sono, inoltre, Executive Vice President di YATA International e Coordinatore Nazionale del Comitato Atlantico Italiano.

Collaboro o ho collaborato anche con altre riviste tra cui OPI, AffarInternazionali, EastWest e Atlantico Quotidiano. Qui al Caffè scrivo su area MENA, relazioni transatlantiche e politica estera americana. Oltre a questo, amo dibattere, viaggiare e leggere. Il tutto accompagnato da un calice di buon vino… o da un buon caffè, ovviamente!

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