Caffè lungo – A inizio maggio il Primo Ministro giapponese Fumio Kishida si è recato in Vietnam, seconda tappa di un breve tour diplomatico nel Sud-est asiatico. La visita ha rafforzato la crescente partnership strategica tra i due Paesi, nonostante le loro posizioni differenti sulla guerra in Ucraina.
UNA VISITA IMPORTANTE
Il 30 aprile e il 1° maggio si è tenuta la visita del Primo Ministro giapponese Fumio Kishida in Vietnam. Il viaggio faceva parte di un breve tour diplomatico di Kishida nel Sud-est asiatico, che ha visto tappe anche in Indonesia e Thailandia. Ma la sosta ad Hanoi è stata particolarmente significativa: nel novembre scorso il premier vietnamita Pham Minh Chinh era stato infatti il primo leader straniero a incontrare Kishida a Tokyo dopo la sua vittoria elettorale e tale incontro aveva visto anche la firma di diversi importanti accordi sia di carattere economico che militare, confermando la crescente partnership strategica tra i due Paesi. La visita del premier giapponese ha quindi mirato a rafforzare tale partnership e a integrare ulteriormente il Vietnam nella rete diplomatica e commerciale giapponese nel Sud-est asiatico. Per Tokyo il Vietnam è un mercato sempre più rilevante a livello regionale e gli investitori giapponesi puntano a recuperare proprio qui un po’ degli spazi persi in Cina a causa della pandemia e delle persistenti tensioni con Pechino. Ciò è dovuto anche al crescente interesse del Vietnam a sviluppare le proprie capacità tecnologiche, sopratttutto nei campi della robotica, dell’intelligenza artificiale e dell’industria aerospaziale. Tutti ambiti in cui Tokyo può dare un contributo determinante alle necessità di Hanoi, comprese quelle relative alla salvaguardia ambientale e alla protezione civile. In tal senso Kishida e Pham hanno raggiunto un’intesa per lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologia satellitare per la prevenzione e gestione di disastri naturali provocati dai cambiamenti climatici. Tokyo finanzierà il progetto con un prestito di circa 19 miliardi di yen.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il premier giapponese Fumio Kishida insieme a quello vietnamita Pham Minh Chinh durante la visita ad Hanoi, 1 maggio 2022
FRONTE COMUNE CONTRO PECHINO
Ma l’aspetto economico ha rappresentato solo una parte dei colloqui di Kishida con il Governo vietnamita. L’altro, forse ancora più rilevante, è stato quello della cooperazione militare tra i due Paesi, irrobustita da un nuovo accordo nel settembre 2021. In virtù di tale accordo, siglato dal Ministro della Difesa Nobuo Kishi e dalla sua controparte vietnamita Phan Van Giang, Hanoi è diventata una delle principali destinazioni dell’export della difesa giapponese, con particolare enfasi sulla cybersecurity e sulle comunicazioni militari. Ai ferri corti con la Cina nel Mar Cinese Merdionale, il Vietnam sta infatti cercando di modernizzare il proprio apparato militare, rendendolo più efficiente e in grado di contrastare le iniziative di Pechino nella regione. In particolare le Autorità vietamite puntano a rafforzare le forze navali per garantire la sicurezza delle comunicazioni marittime e quella dei giacimenti di gas e petrolio situati a ridosso delle coste. Anche qui il Giappone ha molto da offrire, soprattutto a livello tecnologico, e i due Paesi condividono anche l’obiettivo di un “libero e aperto Indo-Pacifico” opposto alle tendenze egemoniche cinesi. Non è quindi un caso che Kishida e Pham abbiano siglato un accordo per il rafforzamento della cooperazione marittima bilaterale, accompagnato da parole forti contro qualsiasi tentativo unilaterale di cambiare lo status quo regionale. Un chiaro messaggio rivolto alla Cina e un segno della sostanziale unità di vedute nippo-vietnamita in difesa degli assetti politici e territoriali dell’area.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Kishida insieme al Presidente vietnamita Nguyen Xuan Phuc, 1° maggio 2022
OSTACOLO RUSSIA (MA NON INSORMONTABILE)
C’è però un argomento di significativa divergenza tra i due partner: la Russia. Se il Giappone di Kishida ha infatti mutato radicalmente atteggiamento verso Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina, abbandonando le precedenti aperture diplomatiche di Abe per una posizione molto più dura, il Vietnam continua a mantenere rapporti relativamente amichevoli con il Cremlino. I motivi sono sia economici che militari: Hanoi ha infatti firmato nel 2015 un importante accordo di libero scambio con l’Unione Economica Eurasiatica, che gli offre la possibilità di esportare a condizioni vantaggiose in buona parte dello spazio post-sovietico,  mentre circa l’80% delle importazioni miltari vietnamite sono di origine russa, compresi caccia e sottomarini. Una rottura con Mosca appare dunque costosa e sconveniente, per cui il Governo vietnamita si è astenuto dal condannare l’invasione russa dell’Ucraina in sede ONU e ha cercato di restare il più possibile neutrale sulla questione. Conscio di ciò, Kishida ha evitato di pressare troppo Hanoi sui legami con Mosca, ma ha comunque cercato di indirizzarla verso una maggiore solidarietà verso l’Ucraina. E sembra esservi in parte riuscito: durante la conferenza stampa conclusiva della visita, Pham Minh Chinh ha infatti annunciato l’invio di aiuti umanitari a Kiev per una valore di mezzo milione di dollari. Inoltre i due leader hanno chiesto un immediato cessate il fuoco e hanno invitato a seguire il “principio del rispetto della sovranità e dell’indipendenza degli Stati”. Parole rivolte anche a Pechino e che sottolineano come l’ostacolo Russia non rappresenti un problema insormontabile per la crescente partnership tra Tokyo e Hanoi.
Simone Pelizza
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