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Nuova Commissione UE: quali prospettive per la politica di allargamento?

In 3 Sorsi – Dopo la rielezione di von der Leyen, è tempo di scegliere i nuovi Commissari, tra i quali quello all’allargamento ricopre un’importanza strategica. Da questa nomina dipende il successo o il fallimento dei negoziati recentemente aperti.

1. IL COMMISSARIO ALL’ALLARGAMENTO

A seguito della rielezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea, i prossimi top jobs da definire sono i nuovi Commissari, scelti tra i nomi proposti dagli Stati membri. Tra i dossier più importanti e delicati c’è sicuramente quello dell’allargamento e vicinato, che potrebbe determinare il futuro geopolitico dell’Unione. Nelle “Political Guidelines” per la prossima Commissione, la Presidente ha sottolineato l’importanza strategica dell’allargamento, indicando che una nuova serie di ingressi nell’Unione aumenterebbe il peso geopolitico e l’influenza dell’UE sulla scena mondiale. L’integrazione dei Paesi candidati, la loro adozione dell’acquis e l’accesso al mercato unico dipenderanno, in gran parte, dalla visione e dall’azione del futuro Commissario per l’allargamento.

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Fig. 1 – La Ministra degli Esteri del Belgio Sophie Wilmes

2. I NOMI PROPOSTI

Tra i candidati spiccano la belga Sophie Wilmès e il lituano Gabrielius Landsbergis, due figure con profili e approcci differenti, ma entrambi in grado di apportare un significativo contributo alla politica di allargamento dell’UE. La prima, già ministra degli Affari Esteri del Belgio, ha dimostrato una forte determinazione nel promuovere l’integrazione dei Paesi candidati, guidando il percorso della presidenza belga del Consiglio che ha culminato con l’apertura dei negoziati con Ucraina e Moldova. La scelta di Wilmès non rappresenterebbe solo un riconoscimento dell’operato belga, ma anche un segnale forte verso i Paesi candidati, dimostrando che l’UE intende procedere spedita verso l’integrazione dei nuovi membri, nonostante le rinomate resistenze di alcuni Stati membri, in particolare l’Ungheria.

Il secondo candidato, Gabrielius Landsbergis, attuale ministro degli Affari Esteri della Lituania, ha sottolineato con costanza l’importanza dell’allargamento dell’UE per la sicurezza, stabilità e prosperità dell’intero continente europeo. La Lituania, che è stata uno dei Paesi protagonisti del grande allargamento del 2004, ha una profonda comprensione delle aspirazioni europeiste dei nuovi candidati, nonché degli sforzi nazionali che l’adesione all’UE comporta. Landsbergis potrebbe essere il Commissario ideale per guidare l’UE in questa fase cruciale, inviando un segnale di forte sostegno in particolare a Ucraina, Moldavia e Georgia, data l’importanza strategica della membership UE, ma anche di continuità ai Paesi candidati già da tempo all’ingresso nell’Unione.

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Fig. 2 – Il Ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis

3. LA TERZA VIA

L’ultima opzione, che suscita più controversie, è la possibile rielezione dell’attuale commissario ungherese Oliver Várhelyi, noto alleato del Presidente ungherese Viktor Orbán. Una sua riconferma potrebbe rappresentare un tentativo di Orbán di influenzare la politica di allargamento dell’UE in una direzione meno favorevole ai nuovi candidati, in particolare l’Ucraina, la cui adesione è vista con scetticismo da parte di Budapest. Várhelyi, durante il suo primo mandato, è stato spesso accusato di aver allineato le sue posizioni a quelle del Governo ungherese, mettendo a rischio l’unità della Commissione. Orbán potrebbe vedere in una sua rielezione l’opportunità di estendere la sua influenza sulla politica di allargamento per altri cinque anni, ma questa prospettiva non è priva di ostacoli. È raro che un Paese mantenga lo stesso portfolio per due mandati consecutivi, e la nomina deve essere approvata dal Parlamento europeo, che ha già espresso critiche verso l’operato dell’ungherese. Le istituzioni europee, consapevoli dell’importanza strategica dell’allargamento, potrebbero optare per una figura più neutrale e in linea con gli obiettivi di sicurezza e stabilità dell’Unione.

La decisione su chi sarà il prossimo Commissario per l’allargamento avrà un impatto significativo sul futuro dell’Unione Europea e del vicinato, soprattutto per il significato di sicurezza e stabilità nella regione che la politica di allargamento dell’UE rappresenta. Con le attuali crisi geopolitiche in corso e nuovi Paesi in attesa di un segnale chiaro dall’UE, la scelta del giusto Commissario potrebbe fare la differenza per rafforzare l’immagine e la posizione della UE con i partner esterni.

Irene Rusconi

Immagine di copertina: “Hearing of Olivér Várhelyi (Hungary) – Designate – Neighbourhood and Enlargement” by European Parliament is licensed under CC BY

Dove si trova

Perchè è importante

  • La nomina del Commissario all’Allargamento determinerà il ritmo e l’efficacia del processo di adesione dei nuovi Paesi candidati.
  • La scelta tra i candidati influenzerà l’orientamento geopolitico dell’UE per i prossimi anni.
  • Una possibile rielezione di Várhelyi potrebbe rallentare o bloccare i progressi nei negoziati con Paesi come Ucraina e Moldova.

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Irene Rusconi
Irene Rusconi

Nata e cresciuta a Roma, dove mi sono anche laureata in Scienze politiche e in International Relations presso la LUISS Guido Carli, vi sono stata strappata solo per studiare a Parigi in Sciences Po e lavorare a Bruxelles nella EU bubble. Appassionata di tutto ciò che riguarda l’Europa, spero in futuro di poterne contribuire al funzionamento. Per il resto, se non vi rispondo, sono sicuramente ad una lezione di danza classica.

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