Ristretto – In questi giorni stiamo assistendo a quella che probabilmente è la più intensa ondata di proteste in Sudan a partire da dicembre, quando tutto è cominciato.
L’occasione persa dalla Banca Mondiale
In 3 Sorsi – A seguito delle sorprendenti dimissioni del presidente Jim Yong Kim, la Banca Mondiale ha concluso il processo per selezionare il suo successore. Nonostante le richieste per un processo meritocratico e trasparente, la scelta è ricaduta sul candidato statunitense David Malpass, in ossequio di quel “gentlemen’s agreement” tra USA e Europa siglato alla fine della Seconda guerra mondiale.
Tra i numerosi fornitori di energia elettrica e gas in Italia, la scelta è sempre complessa. Scopri come fare
Pubblicità – Ogni giorno nascono nuove offerte dedicate al mondo della fornitura di energia elettrica e del gas ed è sempre più difficile scegliere l’opzione giusta ed adatta. In realtà si tende a memorizzare e a scegliere le offerte con le tariffe più vantaggiose ma spesso e volentieri si rivelano scelte sbagliate
Khalifa Haftar: il generale alla conquista della Libia
In 3 sorsi – Tra febbraio e marzo 2019 l’avanzata del generale Khalifa Haftar ha riportato considerevoli successi. Territorio e risorse accrescono il potere negoziale e politico del rivale di Al-Serraj, ponendo ulteriori quesiti sull’effettiva possibilità di risolvere la diatriba per il controllo della Libia.
Difendere i diritti umani in Iran: il caso di Nasrin Sotoudeh
In 3 Sorsi – La recente condanna dell’avvocata iraniana Nasrin Soutoudeh a causa del suo attivismo a difesa dei diritti umani è un campanello d’allarme sulla preoccupante situazione di controllo e repressione vigente in Iran.
Un futuro energetico per l’ASEAN
Analisi – Nei prossimi 30 anni il Sud-est asiatico sarà destinato a passare da netto esportatore a netto importatore di energia. Con un aumento della popolazione del 20% entro il 2040, l’omogenizzazione degli stili di vita e una rete elettrica sempre più efficiente, la sicurezza energetica è un tema che provoca ansia nei tavoli politici dell’ASEAN. Tutto ciò si interseca con la preoccupazione sulla continuità delle risorse e sulla sostenibilità di uno degli ambienti più danneggiati dal cambiamento climatico.
La Russia, il Giappone e la disputa dei Territori del Nord
Analisi – La disputa sulle Isole Curili (o Territori del Nord secondo i giapponesi) è ormai uno dei principali temi di dibattito sia durante gli incontri vis-à-vis tra il Premier giapponese Abe e il Presidente russo Putin che tra i ministri degli Esteri dei due Paesi. Sulla disputa pesano non solo questioni strategiche e militari, ma anche di lustro per i due leader, soprattutto sul piano interno. Nonostante il desiderio giapponese di risolvere la controversia, sembra che una soluzione nel breve-medio periodo sia difficile da raggiungere.
Gli Occhi nel Jihad: 16 – 31 marzo
Miscela Dark – Gli avvenimenti principali riguardanti la galassia jihadista in queste due settimane.
Elezioni presidenziali in Slovacchia: vince la candidata liberale ed europeista
Ristretto – Il voto presidenziale in Slovacchia premia un’avvocata liberale ed europeista. Una dimostrazione che la società civile slovacca è viva e il blocco di Visegrad meno monolitico di quanto si possa pensare.
Sabato 30 marzo si è votato in Slovacchia per eleggere, al secondo turno, il nuovo Presidente della Repubblica. I risultati hanno premiato Zuzana Caputova, avvocata liberale e convintamente europeista. La Slovacchia ha un sistema parlamentare e quindi il ruolo del Presidente della Repubblica è limitato. Tuttavia, l’elezione di Caputova è un evento da non sottovalutare. Innanzitutto, dimostra la vitalità della società civile slovacca a un anno di distanza dagli omicidi del giornalista investigativo Jan Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirova, un vero punto di svolta nelle recenti vicende politiche del Paese. Il fatto che Kuciak stesse indagando su possibili scandali riconducibili al partito al governo (i socialdemocratici) aveva scatenato una tempesta politica. Caputova si è sempre schierata decisamente a favore della libertà di stampa e dell’autonomia della magistratura, presentandosi come una paladina in lotta contro la corruzione del potere. Da un punto di vista più generale, invece, la vittoria di un candidato con un profilo europeista in un Paese appartenente al blocco di Visegrad dimostra come i trend politici dei Paesi dell’Europa centro-orientale siano più complessi e meno univoci rispetto alla descrizione spesso adottata in Europa occidentale. È vero che Stati come la Slovacchia sono terreno particolarmente fertile per il populismo euroscettico e ostile all’immigrazione (per altro non sempre di destra, come è appunto il caso della Slovacchia, dove i populisti al potere sono soprattutto di matrice socialdemocratica). Tuttavia, i sentimenti dell’opinione pubblica dei Paesi di Visegrad nei confronti dell’UE sono tutt’altro che univoci. Se esiste una certa ostilità a quelle che vengono considerate come pretese di Bruxelles di imporre un modello sociale e culturale non condiviso dalle popolazioni di quei Paesi, è anche vero che l’appartenenza all’UE rimane popolare e viene vista come strada maestra per la crescita economica e per il contrasto alla corruzione.
Davide Lorenzini
Macri nel Sudest asiatico, interessi economici e prossime elezioni
In 3 sorsi – Nell’ultima settimana di febbraio il presidente argentino Macri è stato impegnato in un tour istituzionale nel Sudest asiatico al fine di favorire accordi bilaterali con quei mercati in forte espansione.
Ucraina, il ballottaggio sarà tra Zelensky e Poroshenko
Ristretto – Si è tenuto ieri il primo turno delle elezioni presidenziali in Ucraina, che vedeva l’interessante sfida a tre tra il comico Zelensky, il Presidente uscente Poroshenko e l’ex leader della “rivoluzione arancione” Tymoshenko. I pronostici della vigilia sono stati sostanzialmente rispettati: vittoria netta di Zelensky (30.4%) seguito a distanza da Poroshenko (16.6%). Saranno quindi loro due i protagonisti del ballottaggio del prossimo 21 aprile.
L’affluenza alle urne è stata relativamente alta (63.4%), specialmente nelle regioni centrali del Paese. Le votazioni si sono svolte abbastanza tranquillamente, con l’eccezione significativa dell’area del Donbass, coinvolta dal 2014 in un brutale conflitto tra il Governo di Kiev e gruppi separatisti legati più o meno direttamente alla Russia di Vladimir Putin. Le ostilità in corso hanno infatti reso impossibile la partecipazione elettorale di molti abitanti della regione, compresi quelli amministrati dalle sedicenti “repubbliche popolari” messe in piedi dai separasti a Donetsk e Lugansk.
Erano in corsa ben 39 candidati, legati a diverse formazioni politiche o liste elettorali, ma solo Zelensky e Tymoshenko sono parsi in grado sin da subito di mettere in discussione la rielezione di Poroshenko. In particolare, il primo è diventato rapidamente lo sfidante principale del Presidente uscente, grazie anche a un’accorta campagna incentrata sulla lotta alla corruzione, tema al centro della rivoluzione di Piazza Maidan di cinque anni fa e problema persistente della vita politica del Paese. Poroshenko ha invece puntato tutto sul patriottismo e sulla lotta alla Russia, ma nemmeno la recente autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina da Mosca sembra essere riuscita ad accrescere le probabilità di una sua rielezione. Schiacciata dai diversi populismi dei rivali, Tymoshenko non è invece riuscita a far breccia tra gli elettori, raccogliendo appena il 13% delle preferenze. Ora però i suoi voti saranno decisivi per il ballottaggio di fine aprile.
Simone Pelizza
Romania: fra Presidenza europea e tendenze illiberali
In 3 sorsi – «Coesione, un valore comune europeo»: questo il motto del semestre di presidenza della Romania (prima volta, 1° gennaio-30 giugno 2019), nel tentativo di restituire un’anima all’Unione Europea. Senza sfuggire ai timori sullo stato della democrazia nel Paese.


