mercoledì, 22 Marzo 2023

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L’incerto e difficile futuro del Paraguay

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In 3 sorsi – Il Paraguay è uno dei Paesi più arretrati ed instabili dell’America latina. Il Presidente Cartes sta cercando di rafforzare il Paese, ma deve ancora lottare contro grandi difficoltà

1. UN PAESE MARGINALE – Il Paraguay è un piccolo ed arretrato Paese dell’America latina, privo di sbocchi al mare, con una popolazione di 7 milioni di persone. Eppure, a metà del XIX secolo, il Paraguay era un Paese molto più esteso, e grazie all’eredità delle missioni gesuitiche, aveva raggiunto un buon livello di compattezza sociale e un discreto grado di sviluppo economico e tecnologico. Queste promettenti premesse vennero tuttavia inesorabilmente rovinate nel 1864 dal dittatore Francisco Solano López, il quale, sopravvalutando enormemente le forze del suo Paese, condusse il Paraguay in una disastrosa guerra contro Brasile, Argentina ed Uruguay. Il conflitto, chiamato Guerra della Triplice Alleanza, durò per sei anni e si concluse con la completa sconfitta del Paraguay, che venne costretto a cedere ampie porzioni di territorio a Brasile ed Argentina.
Oltre alle amputazioni territoriali, la guerra causò la perdita di circa 300.000 persone su una popolazione prebellica di circa un milione di abitanti, e il virtuale annichilimento della popolazione maschile. Questo comportò un fortissimo sbilanciamento nella bilancia demografica, dal quale il Paese riuscì a riprendersi solamente dopo cinquant’anni. Seguirono anni di instabilità politica, aggravata, nel 1932, dallo scoppio di un altro conflitto, questa volta contro la Bolivia. La guerra scoppiò per il controllo del il territorio del Chaco e terminò, tre anni dopo, con la vittoria del Paraguay. Nel 1954, il Paraguay subì l’ennesimo colpo di Stato, che portò al potere il generale Alfredo Stroessner, il quale inaugurò un lunghissimo regime militare. Nel 1989, dopo 45 anni di dittatura, il generale Andrés Rodríguez, ex braccio destro di Stroessner, rovesciò il suo mentore ponendo fine ad uno dei regimi militari più lunghi della storia, e inaugurò una nuova Costituzione, trasformando il Paraguay in una democrazia.

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Fig.1 – Il Presidente Rodríguez, terzo da sinistra, insieme ai colleghi di Uruguay, Argentina e Brasile

2. DUE DECENNI TUMULTUOSI – In seguito alla caduta di Stroessner e all’avvento della democrazia, il Paraguay ha vissuto due decenni molto tumultuosi. A livello internazionale, Asunciòn ha cercato di porre fine alla sua tradizionale posizione marginale entrando a far parte del Mercosur insieme ad Argentina, Brasile ed Uruguay. Oltre a puntellare il proprio pericolante sistema democratico, questo ha permesso al Paese di vendere i propri prodotti agricoli senza dover pagare i dazi doganali. Di conseguenza, il Paraguay ha conosciuto anni di elevato sviluppo economico, pur tuttavia rimanendo uno dei Paesi più poveri dell’America latina.
La difficile situazione economica è stata poi aggravata dalla continua instabilità politica. Dopo la fine del governo militare infatti, lo scenario politico del Paraguay è stato caratterizzato da una serie di deboli governi, appartenenti tutti al conservatore Partido Colorado. Nel 2008, il Paese elesse per la prima volta un Presidente non appartenente al Partido Colorado nella figura dell’ex-vescovo Fernando Lugo. Il nuovo Capo di Stato diede un nuovo corso al Paraguay attraverso il varo di una serie di misure per dare più attenzione alle fasce deboli della popolazione, cercando al contempo di attenuare le politiche ultra-liberiste dei governi precedenti. Nel 2012, tuttavia, il Presidente venne colpito dalla procedura di impeachment iniziata dalla Camera dei Deputati, controllata dal Partido Colorado, che terminò in solo due giorni con la deposizione di Lugo. Gli altri Paesi membri del Mercosur ritennero il processo una rottura del sistema democratico, e pertanto espulsero il Paraguay dal blocco. Tale decisione non fu solo dettata dal desiderio di difendere le istituzioni democratiche, in quanto con l’espulsione del Paraguay i restanti membri del Mercosur poterono superare l’opposizione di Asunción ed accettare l’ingresso del Venezuela nel blocco come membro a pieno titolo.

3. SPERANZE PER UN FUTURO PIÙ STABILE – La crisi politica scatenata dall’impeachment contro il Presidente Lugo terminò solamente nel 2013, quando alla guida della nazione fu eletto Horacio Cartes, membro del Partido Colorado. Il nuovo Presidente si premurò immediatamente di risanare il conflitto con il Mercosur, il quale riammise velocemente il Paraguay al proprio interno.

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Fig.2 – Il Presidente del Paraguay Horacio Cartes

Dal punto di vista nazionale, il Presidente Cartes, aiutato da un Governo composto principalmente da tecnici e specialisti, ha puntato sullo sviluppo della produzione agricola e zootecnica del proprio Paese con l’obiettivo di aumentare le esportazioni verso il mercato asiatico – principalmente cinese. Le politiche del Governo hanno avuto successo, e il Paraguay è rapidamente diventato il quinto produttore di soia ed il quinto produttore di carne bovina al mondo. Oltre a questo, il Governo ha seguito una serie di politiche monetarie e fiscali tese a garantire stabilità economica al Paese e a creare un ambiente favorevole agli investimenti esteri, concentrati soprattutto nel campo della produzione di soia. Queste politiche hanno garantito al Paese elevati tassi di crescita economica, che nel 2013 è arrivata al 13% annuo. Il crollo del prezzo delle materie prime ha colpito duramente l’economia del Paese, che tuttavia ha mantenuto il suo andamento positivo, anche se con tassi decisamente ridotti. Tale crescita ha avuto una serie di effetti benefici sulla popolazione, e ha ridotto nell’arco di cinque anni il numero di persone colpite da povertà di circa il 10%. Nonostante ciò, circa il 22% del Paese vive in povertà, mentre la povertà estrema ne attanaglia il 9%.

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Fig.3 – Un campo di soia del Paraguay

Per quanto riguarda la dimensione estera, il Paraguay ha tradizionalmente seguito una politica internazionale molto dimessa e dipendente da quella dei suoi potenti vicini. Tali caratteristiche non sono mutate durante il Governo Cartes, che tuttavia ha cercato di imporre una linea maggiormente indipendente. Per esempio, il Paese ha continuato a riconoscere il Governo di Taiwan come il legittimo Governo cinese, nonostante le sempre più crescenti pressioni da parte di Pechino. All’interno del Mercosur, inoltre, Asunción ha cercato di incrementare il proprio peso politico e si è schierata su posizioni a favore della piena liberalizzazione degli scambi interni e della firma di trattati con nuovi mercati, arrivando al punto di criticare la politica protezionistica del precedente governo argentino. Il Paese inoltre ha cercato di aumentare le proprie possibilità di esportazioni e, insieme all’Uruguay, è entrato a far parte dell’Alleanza del Pacifico in qualità di membro osservatore.
In definitiva, dunque, negli ultimi anni il Paraguay sembra aver quantomeno limitato una serie di ataviche debolezze politiche ed economiche. Il recente protagonismo del Presidente Cartes in politica estera mostra che il Paese desidera difendere con voce più decisa i propri interessi. Tuttavia, la dipendenza economica da pochi prodotti agricoli e la perdurante debolezza politica continuano a frenare lo sviluppo del Paese, che rimane il più debole di tutto il Cono Sud del continente.

Umberto Guzzardi

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Per uno sguardo più approfondito sulla situazione economica del Paraguay, vi rimandiamo a questa pagina  [/box]

Foto: Marcos Serrou

Umberto Guzzardi
Umberto Guzzardi

Nato a Novara nel 1991, appassionato di geopolitica, relazioni internazionali, storia antica e moderna, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Bologna campus di Forlì. Ha trascorso vari periodi di studio all’estero, tra cui uno in Lituania ed un altro a Buenos Aires. Attualmente viaggia spesso per lavoro tra Europa e Africa.

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