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Uno sguardo brasiliano sull’Iran (I): amici ma non troppo

Considerando la posizione geografica di Brasile e Iran, le rispettive capacità economiche, politiche, culturali e gli interessi comuni, i primi cento anni di cooperazione tra i due Paesi appaiono di particolare importanza tanto per il panorama sudamericano quanto per quello mediorientale 

NASCITA E PRIME FASI DEI RAPPORTI BILATERALI

Le relazioni tra Iran e Brasile, sviluppate a diversi livelli in oltre un secolo di scambi, sono iniziate formalmente nel 1903 quando il Ministro plenipotenziario iraniano e rappresentante della sede diplomatica a Washington, Ishaq Khan Mofakham od-Doleh, si recò in Sud America per firmare trattati di amicizia e commercio con diverse nazioni della regione tra cui Brasile, Argentina, Uruguay, Messico e Cile. Di fatto, però, i rapporti diplomatici tra i due Paesi sono iniziati qualche anno più tardi: l’Ambasciatore iraniano in Argentina venne accreditato anche per il Brasile nel 1935 e solo nell’agosto del 1953 fu inaugurata la prima sede diplomatica iraniana a Rio de Janeiro, poi trasferita a Brasilia con l’istituzione della nuova capitale nel 1960. La rappresentanza diplomatica brasiliana a Teheran fu invece elevata a rango di ambasciata solo nel 1961.

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Fig. 1 – L’ingresso dell’Ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran a Brasilia

Il primo periodo di contatti bilaterali è stato contrassegnato da un intenso scambio di libri e pellicole cinematografiche accompagnati da frequenti viaggi di intellettuali e professori, con l’obiettivo di promuovere la presenza brasiliana in Iran (e in Medio Oriente) da un punto di vista culturale. Tale progetto era considerato di primaria importanza per un Paese entrato in contatto con la realtà mediorientale solo nel 1956, quando l’esercito brasiliano offrì il proprio contributo alla creazione dell’UNEF (la prima Forza di emergenza delle Nazioni Unite stabilita per mettere fine all’occupazione militare del Canale di Suez da parte di Francia, Regno Unito e Israele) e che aveva estrema necessità di aumentare il volume di scambi commerciali con gli interlocutori della regione. Nel 1957 fu sottoscritto il primo accordo culturale tra Brasile e Iran, entrato in vigore dal 28 dicembre 1962. Negli anni successivi sono stati conclusi altri quarantasei accordi di cooperazione nei campi economico, commerciale, scientifico, tecnologico, educativo e culturale, tra cui il primo accordo di cooperazione economica e tecnologica firmato nel 1975. Nonostante vi fossero tutti i presupposti per lo sviluppo e il potenziamento delle relazioni tra Teheran e Brasilia, la Guerra Fredda causò la regressione dei rapporti commerciali e culturali ad un livello di mutuo riconoscimento formale. L’insaturazione del regime teocratico in Iran (1979) provocò inoltre un raffreddamento nelle relazioni diplomatiche, dovuto in primo luogo alle simpatie del Governo brasiliano per il principale rivale iraniano nella regione mediorientale, l’Iraq: durante gli anni del conflitto tra Iran e Iraq (1980-1988) il Brasile ebbe un ruolo importante non solo come principale fornitore di armi all’esercito di Saddam Hussein ma anche nel potenziamento del progetto nucleare iracheno e nella ricostruzione di edifici e infrastrutture distrutti dalle bombe iraniane.

RIPRISTINO DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE

Con la fine del regime militare in Brasile da una parte (1985), e del conflitto tra Iran e Iraq dall’altra (1988), i rappresentanti di Brasilia e Teheran si impegnarono nel potenziamento dei rapporti, sforzo siglato da due memorandum d’intesa: il primo volto alla creazione di una commissione mista a livello ministeriale (26 settembre 1988) cui ne seguì un altro firmato tra i Ministri dell’Agricoltura dei due Paesi (19 febbraio 1992). Il Presidente brasiliano Fernando Collor de Mello  (1990-1992), criticando aspramente l’appoggio bellico del suo Paese all’Iraq, cercò di rinforzare le relazioni con l’Iran nonostante quest’ultimo si ponesse come antagonista dell’Occidente, in particolare degli Stati Uniti e di Israele. Negli anni successivi i Governi democratici brasiliani che si sono susseguiti hanno puntato i riflettori sulla Repubblica islamica dell’Iran con l’obiettivo di rinforzare la politica estera del Brasile e il suo ruolo sul panorama internazionale. L’Iran, che aveva da parte sua tutto l’interesse ad inserirsi come interlocutore internazionale in America Latina, rappresentava, nei suoi caratteri nazionalistici e anti-statunitensi, una serie di affinità con la politica estera brasiliana.

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Fig. 2 –  Il Presidente del Brasile Fernando Collor de Mello durante una conferenza stampa nella sua residenza di Brasilia, 23 dicembre 1992

Il riavvicinamento tra i due Governi ha avuto riscontro anche nell’intenso scambio di visite presidenziali culminate con la firma di molti documenti di cooperazione: nell’ottobre 2009 i Presidenti dei due paesi si sono incontrati a New York a margine della sessione annuale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il 23 novembre 2009 si è svolta la visita ufficiale del Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad a Brasilia (due anni dopo Ahmadinejad si è nuovamente recato a Rio de Janeiro per partecipare al vertice della conferenza Rio + 20, 20-22 giugno 2012), cui ha fatto seguito quella del Presidente brasiliano Luís Inácio Lula da Silva a Teheran il 16 maggio 2010, entrata nella Storia in quanto prima visita di un Presidente brasiliano in Iran. In quest’ultima occasione Lula ha partecipato al summit del G-15, iniziativa congiunta con Turchia e Iran per trovare una soluzione al problema nucleare iraniano che si è conclusa con la firma della Dichiarazione di Teheran (17 maggio 2010). L’accordo mirava a consentire lo sblocco dei negoziati tra i 5 + 1 e l’Iran, ma non è mai stato messo in atto a causa dell’approvazione di nuove sanzioni contro l’Iran da parte degli Stati Uniti. In tempi più recenti le relazioni tra Brasile e Iran hanno trovato nuovo impulso durante i negoziati del Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA) in cui il Brasile ha avuto un’importante ruolo di mediazione. Brasilia e Teheran mantengono tuttora diverse iniziative per la cooperazione in aree di interesse comune, tra cui quella energetica (energia idroelettrica ed energie rinnovabili), commerciale, scientifico-tecnologica, di qualificazione industriale, sportiva, culturale ma anche per quanto riguarda istruzione e temi sociali.

PRINCIPALI SCAMBI DI DELEGAZIONI DALLO SHAH A LULA

I primi decenni di relazioni diplomatiche sono stati caratterizzati da un numero esiguo di incontri e scambi di delegazioni. La prima visita ufficiale dello Shah di Persia Reza Pahlavi in Brasile risale al 1965, cui ha fatto seguito il viaggio dalla delegazione guidata dal Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Velayati volta a dirigere il terzo incontro del Bilateral Joint Commission Meeting (1993). Le prime delegazioni brasiliane in Iran sono state quelle al seguito del Ministro delle Finanze Mário Henrique Simonsen (1976) e del Ministro degli Affari Esteri Francisco Rezek (1991). Solo a partire dal 2000 con l’istituzione del Political Consultations Mechanism il potenziamento delle relazioni e il susseguirsi di iniziative bilaterali sono stati accompagnati da molteplici scambi di delegazioni e visite ministeriali da entrambe le parti. Oltre ai già citati incontri presidenziali, negli ultimi anni Ministri dei due Paesi si sono incontrati più volte a Teheran, a Brasilia e presso le sedi delle organizzazioni internazionali.

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Fig. 3 – Discorso dello Shah Reza Pahlavi (1919-1980) al Senato iraniano nel marzo 1953

I principali viaggi ufficiali in Brasile da parte di autorità iraniane sono stati quelli del Ministro dell’Agricoltura Mahmoud Hojjat e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Feyed Safdar Hosseini (entrambi nel 2005), del Presidente del Parlamento Gholam Ali Haddad-Adel (2006), del Ministro delle Cooperazioni Mohammad Abbassi e del Ministro degli Affari Esteri Manouchehr Mottaki (entrambi nel 2009) e del Presidente del Consiglio Strategico per gli Affari Esteri dell’Iran Seyed Kamal Kharrazi (2014). Nel 2005 inoltre l’Ambasciatore iraniano in Brasile Said Jalili venne ricevuto ufficialmente come delegato del Presidente Mahmoud Ahmadinejad. Tra le principali visite ufficiali brasiliane in Iran vanno annoverate quella del Ministro della Cultura Francisco Weffort (2002, con la partecipazione all’incontro Dialogo delle civiltà), quella del Ministro degli Affari Esteri Celso Amorim (2008) e quella del Ministro degli Affari Esteri Antonio de Aguiar Patriota che partecipò alla cerimonia di instaurazione del Presidente iraniano Hassan Rouhani (2014). L’invio a Teheran nel 2015 di due delegazioni successive, in un momento particolarmente delicato a seguito della conclusione dell’accordo sul programma nucleare del Paese, ha contribuito a dare un ulteriore slancio alle relazioni bilaterali tra Brasile e Iran. Un ultimo importante incontro si è svolto nel 2016 quando il Sottosegretario Generale per gli Affari Politici del Brasile e Ambasciatore José Alfredo de Graça Lima si è recato a Teheran per presiedere, con l’Ambasciatore e Vice-Ministro degli Affari europei e americani iraniano Majid Takht Ravanchi, all’incontro annuale del Political Consultations Mechanism.

RAPPORTI COMMERCIALI

Nel 1956 il commercio bilaterale tra Brasile e Paesi mediorientali era rappresentato da un volume di scambi di 53,7 milioni di dollari, arrivando ai 54,7 milioni nel 1960 (con un aumento dell’1,8 per cento). Il Governo brasiliano si rese presto conto dell’importanza dell’incremento del flusso commerciale con la regione e si impegnò nella firma di documenti e accordi, arrivando a stabilire la formazione di una commissione di cooperazione economica e tecnica tra Iran e Brasile (1975). Il volume di scambi subì però una drastica diminuzione con l’instaurazione della Repubblica islamica e la guerra contro l’Iraq, quando l’Iran fu sottoposto ad un embargo internazionale di armamenti. Il Brasile, pur essendosi dichiarato neutrale, approfittò del conflitto mediorientale per intensificare le relazioni commerciali con l’Iraq che divenne il principale acquirente di armi generando nell’industria bellica brasiliana una capacità di ricerca e sviluppo per la creazione di nuovi e più sofisticati armamenti. La caduta di Saddam Hussein e le riforme interne nello scenario politico brasiliano lasciarono nuovamente spazio al dialogo con l’Iran. Negli ultimi anni l’Iran è divenuto uno dei principali partner commerciali del Brasile scalando la vetta dei Paesi acquirenti di carne dal Paese lusofono divenendo nel 2010 secondo importatore dopo la Russia e ottenendo, nel 2011, il primato come primo mercato di esportazione di carni bovine. Tra le principali esportazioni del Brasile verso l’Iran vanno annoverati anche cibo, medicinali, minerali e automobili. Dall’altro lato il Brasile è divenuto il principale partner commerciale ed esportatore dell’Iran in America Latina con un commercio totale di 2,33 miliardi di dollari nel 2011, in crescita del 5% rispetto all’anno precedente. La Petrobras, compagnia brasiliana di ricerca, estrazione, raffinazione, trasporto e vendita di petrolio ha effettuato sostanziali investimenti nel settore petrolifero e del gas nella Repubblica islamica a partire dal 2003, quando ha ottenuto il permesso di sfruttarne le risorse petrolifere iraniane.

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Fig. 4 – La sede della Petrobras a Rio de Janeiro

Secondo fonti brasiliane, dal 2002 al 2009 il flusso commerciale bilaterale è passato da 500 milioni a 1,24 miliardi di dollari, raggiungendo un picco di 2,18 miliardi di dollari nel 2012. A partire dal 2012 le sanzioni internazionali contro l’Iran e contro lo sviluppo del suo programma nucleare hanno ostacolato il commercio che è sceso a 1,44 miliardi di dollari nel 2014. Con la parziale revoca delle sanzioni derivanti dal JCPOA (firmato nel luglio 2015) il volume di scambi ha ricominciato il percorso di crescita dell’epoca pre sanzioni: il flusso commerciale ha raggiunto i 1,69 miliardi di dollari nel 2015 e i 458 milioni di dollari nel primo trimestre del 2016.

Alice Miggiano

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Una piccola bibliografia di approfondimento sul tema:

  1. L. CERVO and C. BUENO. 2008. História da Política Exterior do Brasil. Brasília: Editoria da UNB (3′ edição ampliada).
  2. L. SILVA PREISS. 2011. As Relações Brasil-Irã: dos antecedentes aos desdobramentos no século XXI. Fundación Centro de Estudios del Medio Oriente Contemporáneo – CEMOC ANMO: África del Norte y Medio Oriente I/1, pp. 45-60.[/box]

Foto di copertina di ItamaratyGovBr Licenza: Attribution-NoDerivs License

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Alice Miggiano
Alice Miggiano

Laurea in Lingua e letteratura persiana e PhD in Studi Iranici, sto conducendo una ricerca post dottorato sulla presenza iraniana in Brasile. Tra le pubblicazioni scientifiche il Vocabolario dei termini amministrativi, commerciali e diplomatici. Italiano-persiano e persiano-italiano (Pensa Multimedia, 2015), il capitolo relativo all’Italia del volume The Iranian Diaspora. Challenges, Negotiations and Transformations (University of Texas Press, 2018) e la monografia Venticinque anni di letteratura della diaspora iraniana in Italia. Catalogo di opere e autori 1992-2017 (in corso di pubblicazione). Dal 2016 mi occupo di società iraniana e cultura persiana per Il Caffé.

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