In 3 sorsi – A causa della facilità di reperimento e di una inadeguata risposta del Governo, l’utilizzo di sostanze farmaceutiche come droghe da iniettare per endovena è aumentato tra i giovani somali. È necessario che la lotta alla tossicodipendenza diventi una priorità per Mogadiscio.
1. NON SOLO QAT
Tramadolo, petidina, codeina e sonniferi. Gli analgesici a base di oppioidi sintetici e altre sostanze farmaceutiche sono le nuove droghe di tendenza tra i giovani somali. Il loro abuso è aumentato significativamente anche tra le ragazze e i bambini. Secondo un recente sondaggio del Ministero delle Donne e dello Sviluppo dei Diritti Umani, oltre il 40% dei bambini di strada fa uso di droghe. Circa il 10% ha meno di sei anni. Nel Paese del Corno d’Africa è legale l’utilizzo del qat, una pianta dagli effetti stupefacenti, indicata come droga dall’OMS. Un’altra sostanza tipica del Corno d’Africa e ampiamente usata tra gli studenti è il taabuu, un tabacco sintetico. Ora però anche diversi farmaci sono diventati facili da reperire: al mercato nero, ma anche semplicemente in farmacia senza bisogno di prescrizioni mediche. Alcol, hashish e colla da sniffare infine sono alcune alternative alle iniezioni endovenose dei farmaci. L’uso di droghe aumenta i fenomeni di violenza, il rischio di contrarre il virus dell’AIDS o forme tumorali alla bocca e alla gola. Uno studio del centro di ricerca Somali Public Agenda ha denunciato lo sviluppo di alcune bande di ragazzi di strada – i ciyal weero, ragazzi d’assalto – che drogano giovani donne per abusarne.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Venditori di qat ad Hargheisa, nel Somaliland
2. PERCHÉ AUMENTA IL CONSUMO?
Come avviene nel resto del mondo, spesso sono i problemi personali e familiari a indurre le persone all’uso delle droghe. Inoltre la disarmante facilità nel reperire le sostanze contribuisce significativamente a invogliare i giovani a provarle. Si inizia a masticare il qat, poi si compra il taabuu nei mercati vicini alle università e infine si provano i farmaci per endovena. Una terza causa dell’incremento della tossicodipendenza in Somalia è da individuarsi nell’indifferenza del Governo. Il Paese è afflitto da diverse crisi socio-economiche e ambientali, e la lotta alla tossicodipendenza non è una priorità nell’agenda politica per il momento. Infine, l’abuso di droghe, soprattutto tra le donne, è ancora un argomento poco noto in Somalia e ciò rende più difficile affrontare il problema.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un’immagine dal reparto psichiatrico dell’ospedale di Bosaso, nel Puntland, dove sono ospitati molti pazienti con dipendenza da qat
3. MANCANO I CENTRI DI RIABILITAZIONE
Esistono i manicomi dove vengono internati i “malati di qat”, ma nel Paese africano non è presente alcun centro di riabilitazione per curare la dipendenza da altre droghe. L’unica alternativa per le famiglie colpite da questa piaga è mandare i figli e le figlie in centri di cura islamici. Qui vengono ricoverati anche malati mentali, criminali e persone sospettate di avere tendenze omosessuali. Questi posti non sono attrezzati per trattare la tossicodipendenza e sono pericolosi per i pazienti: spesso infatti si verificano episodi di abusi sessuali o fisici nei confronti degli assistiti. L’organizzazione della Mezzaluna Verde – la corrispondente islamica della Croce Rossa – ha intrapreso una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e nelle università, al fine di informare i giovani dei rischi delle droghe. Parallelamente, le Forze dell’Ordine stanno intervenendo sempre più spesso nelle farmacie per interrompere la vendita di sostanze antidolorifiche ai giovani. Le iniziative condotte dalle Organizzazioni internazionali e i controlli della polizia sono passi importanti verso la soluzione del problema, ma non sono sufficienti. Occorre un’azione più significativa da parte del Governo. I rappresentanti del Paese devono coordinare gli sforzi per affrontare la questione, senza considerarla più un tabù. È necessario informare la popolazione attraverso i mezzi di comunicazione, infliggere pene più severe contro gli spacciatori e costruire centri di riabilitazione adatti. Solo affrontando la tossicodipendenza come una priorità il Governo somalo potrà effettivamente aiutare i giovani cittadini.
Alessandra De Martini