Ristretto – Dalle elezioni in Spagna è uscito vincitore il leader socialista Pedro Sánchez, primo ministro uscente, che ha raccolto quasi il 29%. Per governare, tuttavia, avrà bisogno di alleati in Parlamento, che con ogni probabilità saranno l’estrema sinistra di Podemos e gli indipendentisti catalani. Lo schieramento di centro-destra, divisa in tre partiti, ha invece deluso.
Il Kirghizistan e la BRI: un ponte instabile verso Occidente
In 3 sorsi – Dal punto di vista geografico il Kirghizistan può aprire per la Cina una rotta vantaggiosa verso gli idrocarburi di Uzbekistan e Turkmenistan. Tuttavia, interessi contrastanti, una situazione finanziaria squilibrata e un crescente sentimento anticinese mettono a rischio la collaborazione tra le due Repubbliche.
Europee 2019: fra migrazioni, sovranismo e demografia
In 3 sorsi – Si avvicinano le elezioni europee, definite da più parti “la sfida fra pro- e anti-migranti”. Siamo sicuri che sia proprio così? Le migrazioni, in entrata e in uscita, sono una questione seria, ma forse l’Europa non sta per finire.
Perché l’Iran oggi è una teocrazia?- Seconda parte
Analisi – Sono passati 40 anni dalla Rivoluzione islamica che segnò l’ascesa al potere in Iran dell’Ayatollah Ruhollah Khomeini. Un ruolo chiave lo giocò ‘Ali Shari‘ati, teorico di un pensiero islamico rivoluzionario.
Perché l’Iran oggi è una teocrazia?- Prima parte
Analisi –Sono passati 40 anni dalla Rivoluzione islamica che segnò l’ascesa al potere in Iran dell’Ayatollah Ruhollah Khomeini. Un ruolo chiave lo giocò ‘Ali Shari‘ati, teorico di un pensiero islamico rivoluzionario.
Zimbabwe: la rinascita dell’era post-Mugabe è rimandata
In 3 sorsi – L’entusiasmo per la fine della tirannia trentennale di Mugabe si è spento alla luce delle vessazioni economiche e della repressione nel sangue del malcontento popolare.
Ucraina: un trionfo elettorale per Zelensky
Ristretto – Volodymyr Zelensky è il nuovo Presidente dell’Ucraina. L’ex comico televisivo ha infatti stravinto il ballotaggio di ieri contro Petro Poroshenko, ottenendo il 73% dei voti complessivi e una maggioranza schiacciante in quasi tutte le regioni del Paese.
Prevista da molti sondaggi pre-elettorali, la vittoria di Zelensky rappresenta una netta bocciatura della leadership di Poroshenko, che ha raccolto appena il 25% dei voti. Nonostante ciò, il Presidente uscente ha affermato che continuerà a occuparsi di politica e ha promesso di sostenere qualsiasi decisione di Zelensky che porterà a un maggiore avvicinamento di Kiev a UE e NATO. Intanto messaggi di congratulazioni al nuovo Presidente sono giunti da Jean-Claude Juncker e dal Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg.
Secondo molti analisti, gli ucraini hanno scelto Zelensky per un disperato bisogno di “normalità” dopo cinque anni di guerra e crisi economica. Inoltre il neo-Presidente ha saputo rispondere con efficacia alla richiesta popolare di una maggiore lotta alla corruzione e di riforme sociali sostanziali, che realizzino le promesse democratiche di Euromaidan e blocchino l’esodo migratorio dal Paese verso l’Europa orientale. La richiesta di cambiamento interno ha quindi avuto la meglio sulla campagna nazionalistica di Poroshenko, relegando la questione del conflitto nel Donbass in posizione secondaria nelle priorità politiche degli ucraini.
Ciò non vuol dire, comunque, che lo scontro con la Russia di Putin non giocherà un ruolo centrale nell’agenda presidenziale di Zelensky. Al contrario, il neo-Presidente dovrà mettere in piedi una solida strategia diplomatica per risolvere la crisi nel Donbass e proseguire il cammino di integrazione politico-economica verso Occidente. Allo stesso tempo ci sono molti dubbi sulla sua capacità di contrastare la corruzione endemica nelle istituzioni ucraine, in virtù anche dei suoi rapporti ambigui con il controverso oligarca Ihor Kolomoisky.
Riuscirà Zelensky a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale? Lo scopriremo nei prossimi mesi.
Simone Pelizza
Alla corte del Dragone: verso il secondo Belt and Road Forum di Pechino
Analisi – Il secondo Belt and Road Forum permetterà a un gran numero di capi di Stato e di Governo di confrontarsi con questo grandioso progetto, all’indomani del Forum di Boao e di un’intensa attività diplomatica tra i Paesi asiatici. Riusciranno le Nuove Vie della Seta a creare mercati e infrastrutture per uno sviluppo economico diffuso e condiviso o rappresentano solo un tentativo di Pechino di modificare gli equilibri geopolitici mondiali a proprio vantaggio? Dopo la firma del memorandum con Pechino, quale ruolo rivestirà l’Italia nell’iniziativa? E l’Europa?
Le mosse di Trump contro l’Iran a Varsavia
In 3 sorsi – Si è tenuta il 13 e 14 febbraio scorso a Varsavia la Conferenza sulla stabilità e la sicurezza in Medio Oriente, fortemente voluta da Donald Trump per compattare il fronte anti-Iran nella regione. Pesante l’assenza di molti rappresentanti europei tra gli oltre 60 Paesi presenti al summit.
Le sfide di Buhari e la Nigeria a due velocità
Analisi – Buhari si riconferma Presidente della Nigeria, prima economia africana e Paese in profonda crisi. Le sfide che lo attendono sono molteplici, sia a livello domestico che internazionale. Ma c’è una Nigeria high tech e cosmopolita che viaggia più veloce e con cui il Presidente rischia di perdere contatto.
Nuove tecnologie: il 5G è un pericolo?
Che cosa cambierà nel nostro modo di comunicare e scambiare informazioni online con l’avvento del “famigerato” 5G? La sicurezza informatica sarà più a rischio?


