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Isolamento e covid, prospettive dal Nicaragua

Analisi Nuove tensioni tra gli Stati Uniti e il Nicaragua: quali sono gli impatti della nuova applicazione della Dottrina Monroe sul Paese guidato dal vecchio rivale Ortega?

Unione Europea e commercio estero: come aumentare l’export dopo la pandemia?

Analisi – Con l’ormai annunciata riapertura degli spostamenti fra Paesi membri dell’UE e la fine dei lockdown negli Stati dove il nuovo coronavirus ha colpito con maggior veemenza, la Commissione Europea sta lavorando per mettere di nuovo in moto l’export europeo, gravemente danneggiato dalla chiusura di molti settori industriali come misura sanitaria per contenere l’avanzamento della pandemia.

Sangue sull’Himalaya: India e Cina verso la guerra?

RistrettoLunedì unità militari cinesi e indiane si sono scontrate brutalmente nel Ladakh, riportando diversi morti e feriti. Si tratta del peggiore incidente di frontiera tra i due Paesi dal 1975 e potrebbe avere conseguenze molto gravi per tutta la regione himalayana.

L’incidente è avvenuto nella valle di Galwan, situata a ridosso della Line of Actual Control (LAC) che separa le posizioni indiane da quelle cinesi nel Kashmir orientale dal 1962. Da settimane l’area è al centro di forti tensioni tra i due giganti asiatici: la Cina si oppone infatti alla costruzione di una strada sul versante indiano della LAC, vista come una potenziale minaccia alla propria presenza in Ladakh, e ha dispiegato migliaia di soldati e decine di mezzi corazzati per bloccare l’iniziativa indiana, provocando una speculare escalation militare da parte di New Delhi. Ciò ha dato vita a numerosi litigi e tafferugli tra gli opposti schieramenti, col rischio di  degenerare ulteriormente in vero e proprio conflitto armato. Le autorità indiane hanno accusato ripetutamente la People’s Liberation Army (PLA) di essere entrata illegalmente nel proprio territorio nazionale, mentre quelle cinesi hanno accusato i militari indiani di comportamenti aggressivi e provocatori. Nonostante ciò, gli sforzi diplomatici dei due Governi sembravano aver portato nei giorni scorsi a una graduale de-escalation e all’apertura di un dialogo pacifico per risolvere la situazione.

 Le cose sono invece drammaticamente precipitate lunedì notte, quando soldati indiani e cinesi si sono scontrati apertamente durante una manovra di de-escalation nel settore di Galwan. I dettagli sono ancora confusi e le due parti si rinfacciano la responsabilità dell’accaduto, ma il bilancio è comunque pesantissimo: 20 morti da parte indiana e forse 5 da parte cinese, con decine di feriti (alcuni gravissimi) da ambo le parti.  La maggior parte delle vittime indiane sarebbe deceduta a causa delle ferite riportate, principalmente inferte con pietre e bastoni, e delle temperature gelide tipiche di tale area montana. Successivamente i comandanti delle unità coinvolte nella “battaglia” sono riusciti a riportare la calma e a effettuare pacificamente il ritiro dei propri uomini sulle posizioni stabilite dagli accordi di de-escalation. Ma c’è ora il rischio concreto di un conflitto armato sino-indiano su larga scala.

Sia il Governo indiano che quello cinese stanno cercando di risolvere la crisi per via diplomatica. Social e giornali indiani sono ovviamente furibondi per la vicenda, ma per ora il Governo Modi frena su eventuali rappresaglie contro Pechino, conscio che il Paese non può permettersi una guerra nel bel mezzo dell’epidemia di Covid-19 e di una grave crisi economica. Ma la rabbia popolare e l’intransigenza cinese, esemplificata dai toni duri del portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijian, potrebbero constringerlo ad azioni di forza con conseguenze devastanti per l’intera regione himalayana. La tensione è quindi altissima e i prossimi giorni saranno decisivi per l’evoluzione della crisi.

Simone Pelizza

Prime Minister Shri Narendra Modi at the Press Briefing with President Xi Jinping of China” by narendramodiofficial is licensed under CC BY-SA

Il coronavirus non risparmia l’economia russa

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Pioggia, fango e distruzione: la Somalia in balia delle alluvioni

In 3 Sorsi Dopo lunghi mesi di siccità, le piogge torrenziali causano morte, devastazione e sfollati in Somalia, già alle prese con la recente invasione di cavallette.

Com’è il cielo sopra Berlino e la Merkel?

Analisi – Dopo 15 anni al potere, la traiettoria politica di Angela Merkel sembrava ormai destinata al tramonto. Ma l’emergenza Covid-19 le ha restituito smalto e confermato il profilo da statista. E ora la Cancelliera dalla prudenza leggendaria ha di fronte a sé le sfide decisive.

Il sistema sanitario cinese tra vecchie sfide e nuove necessità

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Open Skies… quando spiare è concesso

5 domande e 5 risposte – Il trattato “Open Skies” consente ai Paesi firmatari di far volare propri velivoli di sorveglianza su territorio estero. Gli USA vorrebbero uscire dall’accordo, accusando la Russia. Ma ci sono rischi nel farlo.

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In 3 sorsi – Il processo di integrazione regionale del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), attualmente in una situazione di stallo, potrebbe essere riavviato grazie alle tre crisi simultanee che i suoi membri stanno vivendo: quella sanitaria, quella economica e quella energetica.

Burundi, cosa succederà dopo la morte di Nkurunziza?

In 3 SorsiIl 9 giugno è morto Pierre Nkurunziza, Presidente del Burundi e figura centrale del Paese dal 2005. Si apre adesso una fase di incertezza, con un profondo vuoto di potere che la vittoria del suo candidato nelle elezioni di maggio, Evariste Ndayishimiye, difficilmente potrà colmare.

Il fallimento dei negoziati sul Donbass

In 3 sorsiDopo un primo momento in cui sembrava che Kyiv e Mosca sarebbero stati in grado di raggiungere un accordo sul Donbass, una nuova impasse ha allontanato la prospettiva della fine del conflitto. Il peggioramento dei rapporti fra Mosca e Berlino potrebbe inficiare le possibilità di mediazione.  

Vietnam: Facebook “infetto” in isolamento

In 3 sorsi In concomitanza alla diffusione del coronavirus, il Governo vietnamita ha obbligato Facebook a censurare video e post di alcuni utenti accusati di diffondere “fake news”, compromettendo l’efficacia della piattaforma e riducendo di conseguenza anche la libera circolazione dell’informazione online.