Ristretto – Il Governo pakistano è riuscito a negoziare un cessate il fuoco di sette giorni nella provincia settentrionale del Khyber Pakhtunkhwa, teatro da giorni di sanguinosi scontri tra sunniti e sciiti. Ma permangono molti dubbi sulla capacità di mantenere la pace in un’area dilaniata da tempo da violenze settarie e situata a ridosso della pericolosa frontiera con l’Afghanistan.
L’onda rossa di Trump, la Cina e le incognite di un futuro (poco) condiviso
Analisi – La rielezione di Trump è destinata a esacerbare la competizione USA-Cina: guerra commerciale, tensioni su Taiwan e influenza globale entreranno in gioco. Xi Jinping, che mira a rivedere il sistema internazionale per creare un ordine multipolare, dovrà interfacciarsi con un nuovo Presidente che potrebbe dare filo da torcere al Dragone, minandone la stabilità interna, ma anche lasciare vasti spazi di espansione. Il tutto comunque sembra diretto ad aumentare la complessità geopolitica globale.
L’accordo commerciale UE-Mercosur: un passo strategico per l’Europa
Analisi – L’UE ha intensificato i negoziati per un accordo commerciale con il Mercosur, il blocco sudamericano composto da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. La firma potrebbe concretizzarsi al vertice del 5-6 dicembre a Montevideo, ma non mancano gli ostacoli interni ed esterni.
Commissione von der Leyen II: raggiunto l’accordo tra i gruppi politici del Parlamento Europeo
In 3 sorsi – La nuova Commissione Europea, espressione dei risultati delle elezioni europee dello scorso giugno, si appresta a iniziare il proprio mandato il prossimo 1° dicembre, previa conferma della plenaria del Parlamento Europeo.
Le tante anime della Moldavia verso un cammino europeo in salita
In 3 sorsi – La rielezione di Maia Sandu segna un passo deciso verso l’Europa, ma la Moldavia resta divisa tra le riforme promesse e le pressioni di Mosca.
COP 16 sulla biodiversità: la sfida tra governance e finanziamenti
Caffè lungo – La COP 16 di Cali è un forum internazionale dal doppio risvolto. Da un lato i Paesi dell’America Latina sono stati protagonisti di traguardi importanti per tutelare la biodiversità marina e terrestre e le popolazioni indigene. Dall’altro, la COP ha fatto riemergere le tradizionali divergenze tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo su temi cruciali quali governance e finanziamenti.
Mozambico, le conseguenze delle violenze post-elettorali
Analisi – Le accuse di frodi elettorali e i dubbi sul corretto svolgimento delle elezioni del 9 ottobre hanno causato proteste e scontri violenti in Mozambico, alimentando lo stato di instabilità politica nel Paese, soprattutto nella regione settentrionale di Cabo Delgado, già segnata da conflitti e una crescente insurrezione islamista.
I numeri della vittoria di Trump
Caffè Americano – Dopo due settimane, ci sono i numeri sufficienti per fare un ragionamento sulla vittoria di Donald Trump alle ultime presidenziali USA.
La precedente newsletter iniziava con “L’onda rossa stavolta c’è stata…”, dopo due settimane si può aggiungere “ma non è stata così grande come appare“.
Emiliano Battisti
Botswana, storica sconfitta del partito di Governo
In 3 Sorsi – Dopo 58 anni di governo ininterrotto in Botswana, il BDP cede lo scettro all’UDC a causa del sempre più diffuso malcontento, in particolare tra i giovani. La legge elettorale che lo aveva sempre favorito ha questa volta contribuito alla sua sconfitta.
1. UNA SCONFITTA STORICA
Dopo 58 anni ininterrotti di governo il Partito Democratico del Botswana (BDP), salito al potere con l’indipendenza del Paese nel 1966, ha per la prima volta perso le elezioni. Il fatto è ancora più eclatante perché il BDP è riuscito a raccogliere solo 4 seggi su 61 all’interno dell’Assemblea nazionale, venendo relegato dunque ai margini della scena politica. Un numero così ristretto di parlamentari porterà il partito ad avere poca voce in capitolo anche per quanto riguarda potenziali futuri Governi di coalizione durante questa legislatura. Lo schieramento vincitore, l’Ombrello per il Cambiamento Democratico (UDC), coalizione formata da Alleanza per i Progressisti (AP), Fronte Nazionale del Botswana (BNF) e Partito Popolare del Botswana (BPP), si è aggiudicato invece 36 seggi, conquistando dunque un’ampia maggioranza.
Dai numeri sembrerebbe che il vecchio partito al potere abbia perso all’improvviso tutta la propria base di consensi, ma non è esattamente così. Il sistema elettorale del Botswana è il cosiddetto “first-past-the-post” o maggioritario a turno unico, nel quale il candidato che ottiene la maggioranza semplice dei voti in ciascuna circoscrizione vince il seggio per la rappresentanza parlamentare. Questa legge elettorale, che nei decenni precedenti ha garantito il dominio stabile del BDP, lo ha invece stavolta penalizzato. In totale, infatti, l’UDC ha raggiunto circa 310mila voti e 36 seggi, mentre il BDP 255mila voti e 4 seggi: la grande sproporzione è causata dal fatto che l’ex partito di Governo è arrivato secondo, anche se di poco, nella maggior parte dei distretti, perdendo di misura, ma quasi sempre.
Fig. 1 – Sostenitori del Presidente uscente Mokgweetsi Masisi durante la campagna elettorale
2. UN PAESE, UN PARTITO
Nel novembre 1961, Seretse Khama e altri delegati del Consiglio consultivo africano fondarono il Partito Democratico del Botswana (BDP) a Lobatse. Pochi mesi dopo, Khama e Quett Masire (che diventeranno rispettivamente primo e secondo Presidente del Paese) redassero lo statuto del partito e organizzarono il primo incontro pubblico a Gaborone il 28 febbraio 1962. La struttura del BDP fu poi consolidata in tutto il Paese e fu avviata la pubblicazione del giornale Therisanyo/Consultation, nel 1963. Grazie a un’efficace propaganda, il BDP ottenne una vittoria schiacciante nelle elezioni del 1965, conquistando 28 dei 31 seggi disponibili al tempo. Il partito ha nel tempo subito varie scissioni per disaccordi riguardo alla leadership. Nel 1998, per esempio, è nato il Partito del Congesso del Botswana (BCP), oggi guidato da Dumelag Saleshando, che in queste elezioni ha registrato una ulteriore crescita di consensi, con 175mila voti e 15 seggi. Il BCP ha ottenuto così tanti parlamentari in relazione ai voti, poiché la sua base di consenso è concentrata nelle regioni nord-orientali del Paese, dove ha conquistato numerosi distretti. I favorevoli a questa legge elettorale, che ha garantito la stabilità politica in Botswana negli scorsi 60 anni, dicono che il sistema permette sia la formazione di Governi solidi, sia la rappresentanza delle necessità locali. Negli ultimi tempi sono nate discussioni sulla possibilità di cambiare l’impianto da maggioritario a proporzionale, una scelta che implicherebbe probabilmente anche un generale ripensamento del sistema dei distretti e una riassegnazione dei seggi in maniera differente.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il presidente uscente Masisi incontra il neoeletto Duma Boko nel palazzo presidenziale
3. LA NECESSITÀ DI UNA SVOLTA
A prescindere dalla legge elettorale è comunque evidente come il BDP abbia perso parte della propria base elettorale e che in generale il suo appeal sia diminuito. Nonostante una crescita economica che va avanti ininterrottamente dagli anni Ottanta, in Botswana sono ancora presenti una povertà diffusa e un alto tasso di disoccupazione generale (al 25% nel 2022) e tra i giovani (al 45% nel 2023). La coalizione di Governo e il nuovo Presidente Duma Boko avranno il difficile compito di affrontare la carenza di lavoro e di limitare l’iniqua distribuzione della ricchezza se non vogliono rischiare un rapido calo dei consensi. Dal punto di vista dei rapporti internazionali non ci saranno probabilmente grandi differenze tra vecchio e nuovo Governo soprattutto nel rapporto con la Cina. Se infatti da un lato il BDP ha avuto un atteggiamento apertamente favorevole alle relazioni con Pechino, dall’altro l’UDC, pur astenendosi durante alcune votazioni parlamentari sul tema, non ha mai mostrato aperta ostilità nei confronti della Repubblica Popolare.
Daniele Atzori
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In 3 sorsi – Tra il 22 e il 24 ottobre la città di Kazan, in Russia, ha ospitato uno degli eventi geopolitici più rilevanti dell’anno: il summit dei BRICS (raggruppamento di Paesi dalle economie, almeno in origine, in via di sviluppo). Con la partecipazione di oltre 30 Capi di Stato, l’incontro ha visto protagonisti i leader di Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e altri Paesi che aspirano a un ruolo più rilevante sulla scena globale. In questo contesto, la Russia ha cercato di rafforzare la propria posizione in questo “blocco”, alternativo a quello occidentale.
Conferenza internazionale: “L’Italia guarda al Brasile”. Ci vediamo il 28 novembre!
AMIStaDeS APS, insieme a Il Caffè Geopolitico, BAIA-Business Artificial Intelligence Agency e Buongiorno San Paolo, torna in presenza a Roma, per presentare i risultati del progetto “IL FATTORE B: il Brasile, gigante green motore dell’America Latina e partner commerciale conteso a livello globale“, finanziato dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale per l’anno 2023.
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Analisi – Il 12 gennaio 2023 rappresenta una data assai significativa per l’avvio del sistema per il controllo delle sovvenzioni estere all’interno dell’Unione Europea con l’entrata in vigore del Foreign Subsidies Regulation (FSR). Questo nuovo regime normativo ha l’obiettivo di combattere le distorsioni causate dalle sovvenzioni di Paesi terzi nel Mercato Interno dell’UE e, pertanto, rappresenta un tassello fondamentale nella spinta dell’Europa verso l’autonomia strategica nella sua accezione rivolta alla protezione del suo tessuto imprenditoriale.


