L’Egitto sta oggi percorrendo la road map tracciata dopo la deposizione di Mohamed Morsi dal Presidente ad interim Adli Mansour e dal generale el-Sisi, capo delle Forze Armate e ministro della Difesa.
USA: tre giorni al default
Negli Stati Uniti siamo ormai alla seconda settimana di shutdown, ossia la parziale interruzione delle attività federali. Le forze politiche hanno poco tempo, poiché giovedì sarà raggiunta la soglia del debito, cosicché il Tesoro avrà a disposizione i soli fondi d’emergenza per una decina di giorni prima del default automatico.
India e Africa: quali prospettive di sviluppo? (II)
Nella seconda puntata del nostro speciale sulle relazioni tra New Delhi e il continente africano ci focalizziamo sui Paesi nei quali l’influenza indiana sta aumentando, sia in tema di scambi commerciali che di investimenti e la cui rilevanza non è solo commerciale, ma anche geopolitica e geoeconomica.
Libia: il premier è stato rapito o arrestato?
Ieri il premier libico Ali Zeidan è stato rapito per alcune ore da una milizia formalmente inserita nel sistema di sicurezza del Paese, salvo poi essere rilasciato senza alcun intervento.
Gli attori non-statali violenti
Miscela Strategica – Accade spesso che si parli di terroristi, ribelli, milizie. Chi sono? Come operano? La risposta non è univoca purtroppo e questo rende difficile sia capire che cosa si ha di fronte, sia intervenire per fermare le violenze in aree di crisi quando queste dipendano dalla presenza di uno o più di tali “attori”. Proviamo a dare un’idea.
Lo spazio strategico: i satelliti per la difesa
Miscela Strategica – I “satelliti spia” sono da tempo entrati nel gergo comune, soprattutto grazie a Hollywood. Ma cosa fanno in realtà i satelliti militari? Ecco una carrellata delle loro tipologie e caratteristiche operative.
Rapito il Primo Ministro della Libia
Ali Zeidan, Primo Ministro libico, è stato rapito all’alba da un gruppo di armati, secondo i quali, però, si tratterebbe di un arresto in seguito alla posizione del Governo nel blitz statunitense che ha condotto alla cattura di el-Libi.
India e Africa: quali prospettive di sviluppo? (I)
Tra il 2020 e il 2030 la Cina dovrebbe diventare la prima potenza mondiale in termini di PIL, superando gli Stati Uniti. Tuttavia, ridurre l’analisi del mutato contesto geopolitico a un macro-confronto regionale, suscettibile di rimanere invischiata in una reiterata quanto anacronistica concezione bipolare del mondo, porterebbe senz’altro a sottovalutare gli interessi degli altri attori in gioco.
Scontro Libia-USA sul blitz di Tripoli
Continua la polemica tra Libia e Stati Uniti dopo la cattura a Tripoli di el-Libi, ricercato dal 1998, da parte delle forze di sicurezza americane. Il Congresso Nazionale libico chiede la liberazione del prigioniero, mentre i gruppi estremisti del Paese invitano ad attaccare obiettivi statunitensi. Per risposta, Washington, che ritiene le minacce attendibili, sposta 200 marines a Sigonella, in Sicilia.
1. LA REAZIONE LIBICA – Il blitz statunitense di sabato in Libia che ha condotto alla cattura di el-Libi, ritenuto l’ideatore degli attentati contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania nel 1998, ha aperto un fronte di crisi tra Washington e Tripoli. L’opinione pubblica libica, infatti, non ha gradito il raid, inteso come un’infrazione del diritto internazionale, né che il Governo abbia affermato di non essere stato preventivamente informato dell’azione. Al contrario, il segretario Kerry ha dichiarato che la Libia fosse al corrente dell’imminente cattura dell’uomo, il quale adesso è probabilmente detenuto sulla nave prigione San Antonio, in attesa di essere sottoposto a un processo negli USA. Da parte sua, il Congresso Nazionale di Tripoli ha chiesto la liberazione di el-Libi, appena rientrato dall’Iran dopo essere stato graziato, definendo l’arresto una «flagrante violazione della sovranità nazionale». Il primo ministro Ali Zeidan si è detto concorde sulla necessità di ricondurre el-Libi nel Paese, mentre l’ambasciatrice statunitense è stata convocata dal ministro della Giustizia. A preoccupare Washington, però, è la reazione delle componenti islamiste più intransigenti, che hanno invitato a prendere d’assalto obiettivi statunitensi, compresi cittadini americani da impiegare come «merce di scambio».
2. LE CONTROMISURE DEGLI USA – L’Amministrazione Obama ritiene che le minacce in Libia siano concrete, cosicché, con l’autorizzazione del ministero della Difesa italiano, il Pentagono ha disposto l’invio a Sigonella di 200 marines e 6 velivoli (quattro MV22 “Osprey” e due KC-130 per il rifornimento in volo). Secondo le comunicazioni ufficiali, la misura è parte di un processo di rischieramento concordato tra Italia e Stati Uniti e mirato allo spostamento in Sicilia di una task force per il sostegno a eventuali missioni di evacuazione e salvataggio. In realtà, probabilmente Washington ha accelerato le operazioni, al fine di garantire una pronta risposta contro coloro negli USA che stanno richiamando Obama alla massima allerta per evitare fatti analoghi all’11 settembre 2012, quando l’ambasciatore Stevens e altri tre statunitensi furono uccisi durante un assalto al consolato americano di Bengasi.
3. LA POSIZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL – Il Presidente deve fronteggiare anche le critiche interne per il ricorso a un’azione di “rendition”, cioè la cattura di un sospettato in un Paese terzo, che molti ritengono una caratteristica della lotta al terrorismo dell’epoca di Bush. Amnesty International ha definito il blitz di sabato una «violazione dei diritti umani fondamentali» e si è dichiarata preoccupata per il rischio che il Governo statunitense impieghi durante gli interrogatori metodi quali l’isolamento prolungato e le privazioni di sonno: «Se el-Libi verrà portato negli USA, non dovrebbe essere condannato a morte». I toni del comunicato della ONG sono ripresi anche dall’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Tarek Mitri, il quale ritiene che le richieste dell’Autorità del Paese siano legittime: «Tripoli ha il diritto di conoscere le circostanze della cattura di el-Libi».
Beniamino Franceschini
Sudafrica, i postumi di Marikana
Vi ricordate le proteste dei minatori sudafricani dell’anno scorso? Dopo più di un anno torniamo a Marikana, dove in queste settimane, complice l’anniversario del massacro e gli sviluppi del processo, le rivendicazioni dei lavoratori sono tornate all’attenzione dei media.
Doppia azione USA: successo in Libia, ritirata in Somalia
Nel fine settimana, gli USA hanno tentato due raid in simultanea: uno in Libia, terminato con la cattura dell’ideatore degli attentati in Kenya e Tanzania nel 1998, e l’altro in Somalia, senza successo, contro un obiettivo non ancora specificato.
America latina: nazioni… ‘unite’?
Come spesso accade, l’Assemblea delle Nazioni Unite che si svolge annualmente a settembre a New York diventa un palcoscenico mondiale. I Paesi latinoamericani hanno mostrato di condividere opinioni su molti aspetti, ma la principale divisione restano le relazioni con gli Stati Uniti.


