Analisi – La Commissione UE ha pubblicato il 24 gennaio cinque iniziative per rafforzare e tutelare la sicurezza economica dell’Unione. Le misure, che riguardano con prevalenza gli investimenti diretti esteri (IDE) e il controllo delle esportazioni, si inseriscono all’interno della Strategia europea di sicurezza economica di giugno 2023. Diversi cambiamenti tecnologici sono sullo sfondo in un momento di crescenti tensioni geopolitiche sul piano internazionale.
Italia: l’approvazione del PNACC e i suoi limiti
In 3 sorsi – Il MASE ha pubblicato il PNACC dopo un lungo iter burocratico, ma la discussione sul finanziamento rappresenta il principale limite alla sua attuazione.
Il litio thailandese
In 3 sorsi – Il 18 gennaio la vice portavoce del Governo thailandese Suwankiri Inthawong Radklao ha dichiarato che sono stati trovati due ricchi giacimenti di litio nella provincia di Phang-nga, con potenziale utilizzo nella produzione di batterie.
Gli scontri nel Mar Rosso e le ricadute sul commercio internazionale
Caffè Lungo – I problemi nel Mar Rosso si sono manifestati a partire da novembre dello scorso anno, quando il gruppo ribelle Houthi dello Yemen ha preso di mira le navi che attraversano lo stretto di Bab-al-Mandab, un canale largo 20 miglia (32 chilometri) che divide l’Africa nordorientale dallo Yemen, nella Penisola arabica. A rischio è l’economia globale.
Il cambiamento climatico illustrato dalle scogliere di Dover
In 3 sorsi – In Inghilterra le bianche scogliere di Dover illustrano con efficacia l’innalzamento delle temperature degli ultimi decenni grazie alle climate stripes, in un contesto di retromarcia sugli obiettivi climatici della politica britannica.
Il braccio di ferro tra Caracas e Georgetown sull’Esequibo
In 3 sorsi – Dopo il referendum proclamato da Maduro e la schiacciante vittoria in favore dell’annessione, sull’Esequibo si rischia una vera crisi internazionale.
Leggi tutto: Il braccio di ferro tra Caracas e Georgetown sull’Esequibo1. UN’ANTICA DISPUTA
La disputa sul territorio dell’Esequibo (o Guyana Esequiba) tra Venezuela e Guyana riaccesasi sul finire del 2023, affonda le sue radici nel XIX secolo. In occasione del Lodo arbitrale di Parigi del 1899, previsto dal Trattato di Washington del 1897, ratificato anche dal Venezuela, gli arbitri di Regno Unito (all’epoca madre patria della Guyana), Russia e Stati Uniti assegnarono il territorio conteso alla Guyana, inducendo i vicini venezuelani a parlare di furto di terra per tutti questi anni. Con le rivendicazioni di Caracas divenute più forti dopo il 1960, Venezuela e Regno Unito giunsero alla sigla degli accordi di Ginevra nel 1966, i quali stabiliscono la competenza del Segretario Generale dell’ONU sulla disputa, in caso di mancato accordo fra le parti. La diatriba si è riaccesa nel 2015, dopo che la Exxon Mobile, compagnia petrolifera statunitense, ha scoperto nuovi giacimenti di petrolio, attirando così l’interesse del Venezuela. Nel 2018 si è poi consumata una rottura dei rapporti tra Caracas e Georgetown e l’ONU ha così sottoposto il caso alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG). Quest’ultima, su richiesta della Guyana, nell’aprile 2023 ha ribadito la propria giurisdizione sulla contesa, punto contestato da Caracas. La tensione è poi giunta al culmine con la decisione del Presidente Maduro di indire un referendum popolare per il 3 dicembre sull’annessione dell’Esequibo.
Embed from Getty ImagesFig. 1– Il Presidente dell’Assemblea Nazionale venezuelana Jorge Rodriguez mostra una mappa aggiornata in cui l’Esequibo è annesso al Venezuela.
2. TRA MINACCE E FINTI DIALOGHI
Malgrado una risoluzione della CIG del 1° dicembre intimasse al Venezuela di astenersi da iniziative che potessero modificare lo status quo nel territorio conteso, il 3 dicembre si è comunque tenuto il referendum indetto da Maduro. Il testo comprendeva cinque quesiti, ma il punto cruciale era la creazione della provincia dell’Esequibo da annettere al Venezuela e il rilascio di documenti venezuelani per gli abitanti della regione, approvato dal 95% dei votanti. In seguito Maduro ha ordinato alle due principali aziende petrolifere del Paese, Petróleos de Venezuela S.A. e la Corporación Venezolana de Guayana, di rilasciare licenze per lo sfruttamento delle risorse nella regione contesa, intimando alle compagnie già presenti di ritirarsi entro tre mesi, dicendosi però ‘’aperto alla discussione’’ e a un accordo diplomatico. Il Presidente della Guayana, Irfaan Ali, ha definito le azioni del vicino una minaccia all’indipendenza del suo Paese e il 6 dicembre ha incaricato il Consiglio di Sicurezza dell’ONU della questione.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Presidente Nicolas Maduro durante una conferenza stampa il giorno successivo al referedum sull’annessione del Guyana.
3. IL RISCHIO DI UN ALLARGAMENTO DELLA CRISI
Ad alimentare il rischio di un’escalation militare, vi è anche il coinvolgimento di potenze straniere come Gran Bretagna e Brasile. Il 24 dicembre scorso il Segretario della Difesa del Regno Unito ha annunciato la partecipazione della nave HMS Trent a un’operazione anti-droga nei Caraibi, ammettendo però in seguito la rimodulazione della missione dopo la minaccia del Venezuela di annettere l’Esequibo. Da qui è scaturita la furia di Maduro che ha bollato il fatto come una provocazione, reagendo il 28 dicembre, con l’invio di 5.600 soldati sulle coste atlantiche per un’esercitazione difensiva. Ad accrescere la tensione vi è poi la decisione del Brasile di inviare le proprie truppe nello Stato del Roraima, confinante sia con il Venezuela che con l’Esequibo. Inoltre, un’eventuale offensiva militare via terra di Caracas contro la Guyana comporterebbe il passaggio sul suolo brasiliano e il suo coinvolgimento nel conflitto. Da ciò si evince che un’escalation militare mossa da Maduro per la conquista dell’Esequibo, causerebbe un allargamento della crisi, rischiando l’isolamento internazionale e l’indebolimento della propria figura nell’anno delle elezioni presidenziali, in un paese già logorato dal malessere sociale.
Marco Pantaloni
Immagine di copertina: Venezuela” by ruurmo is licensed under CC BY-SA
Un possibile problema per Trump
Caffè Americano – Donald Trump ha vinto anche in New Hampshire, stato considerato molto più moderato rispetto all’Iowa e dove Nikki Haley mirava a finire al massimo staccata di cinque o sei punti percentuali. Tutto bene quindi per l’ex Presidente.
Anche in New Hampshire vince Trump
Caffè Americano – Continuano le primarie repubblicane con il voto in New Hampshire dove Trump vince ancora, ma Haley riduce il distacco previsto dai sondaggi.
Il Giro del Mondo 2024 – Nuovo ordine globale: lavori in corso
Negli ultimi quattro anni è successo un po’di tutto a livello mondiale: una pandemia, una guerra di invasione, una crisi energetica senza precedenti, infine un conflitto localizzato in Medio Oriente che rischia però di estendersi in maniera preoccupante. Abbastanza per mettere in crisi l’ordine globale e renderlo ancora più frammentato, accelerando un processo che era già in corso da anni e che vede gli Stati Uniti (e con essi l’Occidente) sempre più confrontati da una serie di potenze emergenti, a partire dalla Cina. Stiamo andando dunque incontro ad un periodo caratterizzato da instabilità più o meno latente e che porterà alla ridefinizione di un nuovo ordine internazionale di tipo multipolare.
Nel frattempo, attendiamoci un percorso “accidentato” anche nel 2024. Che anno sarà? Con il nostro tradizionale “Giro del Mondo” cerchiamo di offrirvi una panoramica rapida ma completa.
Che cosa trovate in questo speciale?
Dalle crisi che vanno tenute sotto controllo (anche perché sono molto vicino a noi) fino alle sfide per l’economia e lo sviluppo, a partire da una congiuntura economica che resta debole e dai pericoli rappresentati dal cambiamento climatico. E con uno sguardo particolarmente ravvicinato alle numerose elezioni che si svolgeranno nel corso di un anno che sarà davvero eccezionale sotto questo aspetto: Biden (e forse Trump) si contenderanno la Presidenza negli USA, ma attenzione anche alle elezioni europee, a quelle britanniche, indiane e messicane.


Primarie in New Hampshire: è già sfida decisiva?
Caffè Americano – E’ il giorno delle primarie repubblicane nel New Hampshire dove si sfidano Donald Trump e Nikki Haley.
L’economia dell’UE nell’anno delle elezioni
Analisi – Dal 6 al 9 giugno si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, che saranno tanto più importanti in quanto cadono durante un ciclo economico di difficile interpretazione.
Mar Rosso tinto di sangue: operazione USA Prosperity Guardian per la sicurezza commerciale e gli interessi celati
Caffè Lungo – Il Mar Rosso in pericolo: gli Stati Uniti lanciano l’Operazione Prosperity Guardian per proteggere i traffici commerciali.
Leggi tutto: Mar Rosso tinto di sangue: operazione USA Prosperity Guardian per la sicurezza commerciale e gli interessi celatiGLI INTERESSI NEL MAR ROSSO E L’AVVIO DELL’OPERAZIONE USA
Un’escalation di scontri nel Mar Rosso ha portato gli Stretti di Gibuti e Yemen al centro delle tensioni globali: questo passaggio, corridoio commerciale ed economico cruciale che facilita lo scambio internazionale per diversi Stati, dove transita tra il 10% e il 15% del commercio mondiale e il 20% dell’energia marittima, è diventato teatro di attacchi da parte degli Houthi, attori nel conflitto yemenita, che vede i ribelli appoggiati dall’Iran scontrarsi con il Governo Sana’a appoggiato da Stati Uniti e Arabia Saudita. Le incursioni, avviate con l’inizio del conflitto a Gaza, realizzate mediante missili balistici contro navi mercantili internazionali, hanno scatenato non solo preoccupazioni per la sicurezza, ma anche un significativo aumento dei costi assicurativi, impattando sulle merci trasportate e sui consumatori finali. In risposta a questa emergenza, gli Stati Uniti hanno varato il piano d’azione denominato Prosperity Guardian, annunciato ufficialmente dal Segretario alla Difesa Lloyd J. Austin III, il 19 dicembre scorso. L’operazione militare difensiva coinvolge forze marittime combinate, sotto la guida della Task Force 153, incaricate di pattugliare e proteggere le navi commerciali nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. L’obiettivo primario è neutralizzare la minaccia attraverso mezzi marini e aerei, compresi droni, missili e caccia. In caso di necessità, sono previsti anche interventi di forze speciali per fornire coordinate di attacco.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La foto mostra la nave cargo Galaxy Leader, sequestrata dai combattenti Huothi, ormeggiata in un porto sul Mar Rosso nella provincia di Hodeida, con bandiere palestinesi e yemenite.
UNA COORDINAZIONE GLOBALE: USA ED EU ALLEATE NEL MAR ROSSO, L’ITALIA IMPEGNA LA FREGATA FASAN
Il Segretario della Difesa statunitense ha sottolineato la necessità di un’azione collettiva, coinvolgendo tutte le nazioni interessate. L’importanza geopolitica di questo passaggio marittimo è riscontrato anche dall’Europa. Infatti, un suo blocco determinerebbe l’interruzione dei collegamenti marittimi tra l’Europa e l’Oriente e la marginalizzazione del Mediterraneo, costringendo – come già avvenuto durante il blocco di Suez del 1967 – a percorrere la più lunga rotta del Capo di Buona Speranza. In questo contesto, l’Unione Europea ha annunciato il proprio sostegno all’intervento statunitense nel Mar Rosso e si discute di una partecipazione con una missione ad hoc. L’Italia è presente nell’area con la Fremm (fregata europea multi-missione) Virginio Fasan nell’ambito della missione europea antipirateria Atalanta. Nel 2005 all’insorgere della minaccia della pirateria, dopo l’attacco ai mercantili “Cielo di Milano” e “Jolly Marrone”, la Marina Militare italiana fu la prima, tra le Marine occidentali, a inviare nell’area del Golfo di Aden una propria unità navale per la protezione del naviglio di bandiera.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – L’incontro del Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, con il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto.
INTERESSI NEI CONFLITTI REGIONALI
Dietro l’inasprirsi delle tensioni marittime vi è un legame intrinseco con l’intervento militare di Israele in Palestina. Gli Houthi hanno dichiarato che i loro attacchi continueranno finché Israele non cesserà le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Infatti, il gruppo yemenita hanno messo in atto una sorta di difesa solidale nel Mar Rosso a sostegno della Palestina: l’obiettivo Houthi resta quello di “impedire alle navi israeliane, o a quelle dirette nei porti della Palestina occupata, di navigare nel Mare Arabo e nel Mar Rosso fino a quando l’aggressione non cesserà e l’assedio sui nostri fratelli nella Striscia di Gaza non sarà revocato”. Il collegamento diretto tra Israele e il Mar Rosso emerge dall’influenza che il Paese ha sempre cercato di esercitare nei flussi marittimi, di interesse per i suoi porti tanto nel Mar Rosso, quanto nel Mediterraneo. Inoltre, il controllo che Israele vuole esercitare è volto anche a contrastare la presenza delle forze militari navali dell’Iran. A fronte di ciò si spiegano le minacce delle Guardie rivoluzionarie iraniane, le quali appoggiano i ribelli Houthi e affermano che non cesseranno di intervenire nel Mar Rosso finché Israele non smetterà di devastare la Striscia di Gaza. Allo stesso modo, Hezbollah ha definito l’alleanza marittima occidentale guidata dagli USA come una coalizione del male il cui scopo è proteggere gli interessi di Israele nel Mar Rosso. Notevole è l’assenza delle nazioni arabe, che sono a favore, come espresso all’ONU, per un cessate il fuoco israeliano. Le conseguenze del conflitto scatenato dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, stanno quindi continuando a espandersi e a produrre tensioni nel resto della regione, dal Libano al Mar Rosso.
Erika Russo
Immagine di copertina: “Italian warship ‘Virginio Fasan’ in Port Sultan Qaboos, Muscat.” by mms2712 is licensed under CC BY


