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"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

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Viaggio in Transnistria (I): un Paese poco sovietico

Analisi La Transnistria, un Paese non riconosciuto da alcuno Stato, ma a tutti gli effetti indipendente: dalla frontiera a Tiraspol, fra posti di blocco e i segni della guerra del 1992 ancora visibili. L’autore ha visitato la Transnistria dal 25 al 28 luglio 2022.

Il trionfo del ‘rechazo’ colpisce il Governo Boric in Cile

Ristretto Domenica 4 settembre il 62% dei cileni ha bocciato l’adozione del nuovo testo elaborato dall’Assemblea costituente. Il Presidente Boric ha però intenzione di proseguire sulla strada verso una nuova Costituzione. 

Elezioni in Brasile: il Paese è a rischio golpe?

Ristretto – Bolsonaro mette in discussione il sistema elettorale del Paese e ha fatto intendere che, in caso di sconfitta, potrebbe contestare i risultati delle prossime elezioni del 2 ottobre. Assisteremo a un colpo di Stato?

Regno Unito, Liz Truss nuovo Primo Ministro

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In 3 sorsiLe votazioni interne del Partito conservatore hanno assegnato la vittoria a Liz Truss, che con questo voto diventa leader dei Tories e automaticamente nuovo Primo Ministro.

Il nucleare in Europa: risorsa o pericolo?

Analisi – L’Unione Europea ha ammesso l’utilizzo dell’energia nucleare e del gas naturale nella transizione economica, mentre nel continente aleggia la minaccia di un nuovo disastro ambientale a causa della guerra in Ucraina.

Libia: una spaccatura non ancora ricomposta

In 3 sorsi Con l’elezione del nuovo Primo Ministro, Fathi Bashagha, da parte della Camera dei Rappresentanti, la Libia si trova nuovamente divisa tra due fuochi.

Il ruolo della Turchia nel conflitto tra Russia e Ucraina

Caffè lungo – La guerra in corso tra Russia e Ucraina costituisce una sfida per la Turchia, che storicamente intrattiene buoni rapporti con entrambi i Paesi, ma anche un’opportunità, per l’azione di mediazione in cui si sta impegnando e che potrebbe rilanciare il suo ruolo di potenza regionale.

Cuba prepara il referendum sul matrimonio egualitario

In 3 sorsi – Il popolo cubano avrà finalmente la possibilità di pronunciarsi sull’adozione di un nuovo Codice della Famiglia. Il referendum introdurrebbe cambiamenti significativi nella tutela dei diritti civili, anche se non sono mancate le critiche.

La morte di Darya Dugina tra accuse e incertezze

In 3 sorsi – Darya Dugina, figlia del filosofo russo Aleksandr Dugin, è stata uccisa in un attentato il 20 agosto con un’autobomba. Immediato lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev sulla scia del conflitto ancora in corso, arrivato ormai al suo sesto mese. In attesa di ulteriori novità le uniche certezze sembrano il carattere premeditato dell’attentato e l’inasprirsi dello scontro tra i Governi dei due Paesi.      

Ucraina, sei mesi dopo

EditorialeSei mesi fa Vladimir Putin lanciava la sua “operazione militare speciale” contro l’Ucraina, giustificata ufficialmente come soccorso ai separatisti del Donbass ma volta di fatto a rovesciare il Governo di Kiev e assoggettare l’intero Paese alla Russia. All’epoca pochi credevano nella capacità ucraina di resistere alla potenza militare russa. E invece le cose sono andate diversamente, trasformando una “guerra breve” in un conflitto prolungato e provocando significative ripercussioni internazionali.

Anzitutto, l’Ucraina non è crollata ed è riuscita a difendere con successo la propria indipendenza politica. In tal senso la decisione del Presidente Zelensky di non abbandonare Kiev nei primi giorni di guerra è stata un autentico punto di svolta e, insieme al sostegno militare dei Paesi occidentali (Stati Uniti in testa), ha galvanizzato l’intera popolazione ucraina, spingendola a resistere con coraggio e determinazione all’agggressione russa. Successi inaspettati come l’affondamento dell’incrociatore Moskva e sconfitte “eroiche” come l’assedio di Mariupol hanno contribuito a rafforzare la tenacia e lo spirito patriottico degli ucraini, contribuendo a rendere popolare la loro causa in ambito internazionale e a incrementare l’efficacia della loro resistenza militare. Il prezzo da pagare è stato molto alto, sia in termini di vite umane che di distruzioni materiali, ma Kiev è comunque riuscita a preservare la propria libertà e ad acquisire maggiore rilevanza a livello internazionale, conseguendo persino lo status di Paese candidato all’Unione Europea, obiettivo inseguito a lungo dalla classe politica post-Maidan. Inoltre non esclude potenzialmente la riconquista dei territori perduti, compresa la Crimea, anche se sembra non disporre ancora delle forze necessarie per poter realizzare tale proposito. Sono risultati notevoli che dimostrano la solidità interna e la forte identità nazionale del Paese, costantemente negate dalla propaganda russa e da alcuni sedicenti “esperti” occidentali.

Allo stesso tempo il parziale successo dell’Ucraina è stato accompagnato da un brusco ridimensionamento della potenza russa, sia in ambito militare che diplomatico-economico. La disastrosa performance delle forze armate russe, frutto sia di errori di pianificazione che di gravi deficienze strutturali, ha infatti esposto la debolezza interna del regime di Putin e frustrato i suoi obiettivi massimalisti nei confronti di Kiev. Nonostante la conquista di parte del Donbass e della regione di Kherson, la spallata contro il Governo ucraino è fallita, le perdite sono state considerevoli e Mosca ha visto il proprio prestigio internazionale seriamente danneggiato. In più, le numerose sanzioni occidentali hanno messo in ginocchio l’economia e inferto colpi durissimi ad alcuni settori chiave come quello automobilistico e quello aeronautico, mettendo concretamente a rischio il futuro sviluppo del Paese. Un altro scacco per Mosca è stato poi il rafforzamento della NATO con la domanda di adesione di Svezia e Finlandia e l’adozione di un nuovo Strategic Concept al vertice di Madrid di fine giugno. La guerra in Ucraina sembra avere ridato smalto ad un’Alleanza Atlantica in precedenza piuttosto asfittica e ha aumentato anche la sua capacità di attrazione verso i Paesi vicini di Mosca, peggiorando nettamente la situazione strategica russa. A dispetto di queste “batoste”, però, Putin non sembra avere intenzione di rinunciare ai suoi progetti di conquista. Al contrario, ha inasprito la repressione poliziesca delle opposizioni interne, ha lanciato campagne di disinformazione per corrodere il supporto occidentale a Kiev e ha adottato tattiche sempre più brutali per piegare la resistenza ucraina. Inoltre sta cercando di usare sia la leva energetica che quella della insicurezza alimentare per costringere Occidente e Kiev a cedere alle proprie richieste. Per superare il momento critico il Presidente russo può contare anche sul sostegno interessato della Cina, nascosto dietro una vaga neutralità ufficiale, e sui doppi giochi di Turchia e Ungheria, membri del blocco occidentale con agende ambiziose e spesso in conflitto con quelle di Washington e Bruxelles. Infine Putin punta sul malcontento sociale per i costi economici del conflitto e sui rapporti privilegiati con i partiti populisti per scardinare il quadro politico europeo, indebolendo i vitali aiuti che hanno tenuto in piedi l’Ucraina nei mesi scorsi.

La stagione invernale alle porte rappresenterà quindi un momento decisivo per il conflitto. Se l’Ucraina, sostenuta sempre dai Paesi occidentali, riuscirà a superare la stagione senza troppi danni, allora il disegno di conquista putiniano potrà dirsi sostanzialmente fallito. In caso contrario, il Cremlino potrà rilanciare la propria brutale campagna militare e cercare nuovamente di sottomettere Kiev. La partita resta lunga e aperta, anche se gli ucraini hanno vinto meritatamente il primo tempo e dimostrato di essere una nazione caparbia e coraggiosa, capace di sostenere i sacrifici più grandi a difesa della propria libertà.

Simone Pelizza   

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Agenda Biden: cos’è l’Inflation Reduction Act?

In 3 sorsi Il 16 agosto 2022 il Presidente USA Joe Biden ha firmato l’Inflation Reduction Act, un piano di riduzione del deficit e di investimenti in campo climatico e sanitario per un totale di 437 miliardi di dollari.

Il turbolento ingresso nella NATO di Svezia e Finlandia

Analisi – L’orrore dell’invasione russa in Ucraina ha risvegliato l’atavica paura dell’ingombrante vicino dell’Est nella penisola scandinava. Dopo secoli di neutralità, Svezia e Finlandia hanno infine deciso di presentare la propria candidatura alla NATO. Quello che doveva essere un processo di adesione facile e veloce si è, però, tramutato in potente arma di ricatto della Turchia per veder esaudite alcune richieste che da tempo le erano state negate dagli scandinavi.