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"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

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L’emergenza coronavirus in Serbia: una tempesta perfetta

AnalisiInzialmente sottovalutata, l’epidemia di coronavirus sta avendo conseguenze drammatiche in Serbia, tra timori per l’economia e tendenze autoritarie del Governo. Su tutto spicca la performance controversa e “ingombrante” del Presidente Vučić, che sta forse usando la crisi per favorire la propria rielezione.

Iraq, tutti gli uomini del Presidente Barham Salih

In 3 sorsi – La decisione del Primo Ministro Allawi di rinunciare alla candidatura all’inizio di marzo è parsa come una vittoria dei manifestanti iracheni, i quali, tuttavia, continuano a scontrarsi con le scelte del Presidente Salih e con la nomina lo scorso 17 marzo di un nuovo candidato, Adnan al-Zorfi, che ha però rinunciato alla carica.

Coronabond: l’Eurogruppo decide di non decidere

AnalisiLa prolungata riunione dei Ministri delle Finanze dell’eurozona (Eurogruppo) in due round, si conclude con la proposta di un pacchetto cospicuo di misure (del valore stimato di 500 miliardi) per contrastare le conseguenze economiche della pandemia. La decisione sugli eurobond, come indicato nella lettera del presidente dell’Eurogruppo, è invece rimandata  al prossimo Consiglio Europeo.

Gli USA nel 2020: intervista a Francesco Costa

Dopo quella del 2018, abbiamo avuto l’opportunità di una nuova intervista a Francesco Costa, Vicedirettore de Il Post, esperto di politica USA, autore della newsletter/podcast “Da Costa a Costa” e del recente libro “Questa è l’America”. Si è parlato delle elezioni 2020, delle chance di Trump e dei vari “volti” del Paese.

Operazione Weserübung: l’invasione tedesca di Danimarca e Norvegia

Ristretto9 aprile 1940: la Germania invade Danimarca e Norvegia per impedire alla Gran Bretagna di bloccare l’afflusso di ferro svedese verso la propria economia. L’invasione segna la fine della cosiddetta “guerra finta” e dà il via ai drammatici successi della blitzkrieg nazista della primavera-estate 1940.

Inizialmente Hitler è poco interessato alla Scandinavia e mira semplicemente a preservare la neutralità dei Paesi locali a tutto vantaggio dell’economia tedesca. Il quadro comincia però a cambiare nelle ultime settimane del 1939: approfittando della guerra tra URSS e Finlandia, la Gran Bretagna comincia infatti a studiare piani di intervento nella regione per rafforzare il blocco navale contro la Germania e impedire l’afflusso vitale di ferro dalla neturale Svezia alle fabbriche naziste. Sebbene tali progetti non portino a nulla di concreto, soprattutto a causa dell’opposizione del Premier Neville Chamberlain (timoroso di eventuali proteste da parte degli USA), la loro esistenza e le pressioni del leader fascista norvegese Vidkun Quisling spingono Hitler a incaricare la Wehrmacht di preparare un piano di occupazione della Norvegia e dei suoi strategici fiordi sul Mare del Nord. Tale piano viene sviluppato principalmente dalla Kriegsmarine e prende il nome di Operazione Weserübung (“Esercitazione del Weser”): un numero ristretto di divisioni di fanteria e reparti speciali occuperà i centri nevralgici del Paese scandinavo, mentre unità navali di superficie e sottomarini forniranno appoggio tattico e impediranno alla Royal Navy di intervenire in aiuto dei norvegesi. Il comando dell’invasione viene affidato al generale Nikolaus von Falkenhorst, esperto di guerra artica, ma sia la Kriegsmarine che la Luftwaffe mantengono ampi margini di autonomia operativa. Inizialmente viene esclusa l’occupazione militare della Danimarca, ma l’importanza dei collegamenti terrestri e aerei del Paese con la vicina Norvegia spingono infine a includere anch’esso nei progetti di invasione.

Nel marzo 1940 la vittoria dell’URSS sulla Finlandia fa precipitare la situazione. Nonostante la fine del conflitto tolga ogni pretesto formale per un intervento in Scandinavia, le insistenze dell’Ammiragliato costringono infine Chamberlain ad approvare l’Operazione Wilfred, ovvero la posa di mine in alcuni fiordi norvegesi. A quel punto però i tedeschi mettono fulmineamente in atto Weserübung, occupando tutta la Danimarca in poche ore e lanciando attacchi diretti contro Oslo e i principali porti norvegesi. Tuttavia l’inaspettata resistenza della fortezza di Oscarborg infligge gravi perdite agli invasori e consente la fuga di re Haakon VII dalla capitale, cosa che complica il tentativo di installare un Governo collaborazionista guidato da Quisling. Nel frattempo, seppur tra ritardi e disorganizzazione, Francia e Gran Bretagna mettono in piedi un corpo di spedizione per sostenere i norvegesi e contrastare l’avanzata tedesca verso i fiordi settentrionali del Paese. Alcuni giorni più tardi tali forze sbarcano in diversi punti della costa norvegese, tra cui il fiordo di Namsos, ma le pessime condizioni climatiche, l’assenza di adeguato equipaggiamento e il dominio aereo della Luftwaffe vanificano ogni tentativo di controffensiva. Gli unici successi franco-britannici avvengono nell’area del porto di Narvik, dove le forze tedesche del generale Dietl vengono infine costrette a ritirarsi dalle loro posizioni a fine maggio. Ma la situazione è ormai compromessa e l’imminente crollo militare della Francia costringe al reimbarco immediato tutte le unità alleate. Il 9 giugno le operazioni militari in Norvegia cessano e il Paese deve affrontare cinque lunghi anni di occupazione nazista. L’unica “consolazione” per gli Alleati sono le gravi perdite subite dalla Kriegsmarine durante i combattimenti nei fiordi, che limiteranno la sua efficacia operativa contro la Gran Bretagna nei mesi successivi.

L’invasione di Danimarca e Norvegia mette fine alla cosiddetta “guerra finta”, cioè il periodo di inazione militare seguito alla caduta della Polonia, e dà il via alle grandi offensive tedesche della primavera-estate del 1940, destinate a mutare seriamente il quadro strategico della seconda guerra mondiale in Europa. Allo stesso tempo i fiordi norvegesi forniranno un buon punto d’appoggio per gli U-Boat durante la battaglia dell’Atlantico e verranno presi ripetutamente di mira dalle forze britanniche con raid aerei e operazioni di commandos supportate dalla resistenza norvegese. 

Simone Pelizza

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La Corea del Sud va alle urne (nonostante il coronavirus)

In 3 sorsiLa Corea del Sud sembra avere finalmente arginato la diffusione del virus: il 6 aprile sono stati registrati meno di 50 nuovi casi in un giorno, la prima volta dalla fine di febbraio, quando il virus ha iniziato a diffondersi in maniera più aggressiva nel Paese. In vista delle elezioni parlamentari del 15 aprile, anche la Corea dovrà però confrontarsi con l’impatto che la pandemia sta avendo sulla democrazia e sul processo elettorale.

Hong Kong, proteste e Covid-19: cosa aspettarsi dopo l’ondata del virus?

In 3 sorsiIn questo periodo turbolento a livello globale, Hong Kong è uno dei pochi territori in cui si iniziano a vedere i risultati delle norme anti-contagio contro la Covid-19.  Nonostante il virus le abbia temporaneamente frenate, ci potrebbe essere presto un risveglio delle proteste anti-governative.

Sanders è fuori dalla corsa

RistrettoAlla fine è successo, Bernie Sanders ha lasciato la corsa alle primarie democratiche per scegliere chi sfiderà Donald Trump alle presidenziali di novembre. Il 2020 è però diverso dal 2016.

Suez: da un presente incerto una strategia per il futuro

In 3 sorsiIl canale di Suez ha da sempre un’importanza strategica per l’Egitto e per tutta l’area. Entro il 2023 si prevede un ulteriore allargamento del canale che permetterà l’aumento del transito giornaliero di navi, con conseguenze importanti per il commercio e i profitti.

Che cosa aspettarsi dal nuovo Governo ucraino

In 3 sorsiDa inizio marzo l’Ucraina ha un nuovo Governo guidato da Denys Shmyhal. Il nuovo esecutivo deve affrontare molte sfide, tra cui il contenimento dell’epidemia di coronavirus, e non sembra godere della fiducia degli investitori esteri.

Giochi olimpici: Tokyo deve attendere

In 3 sorsi – Il 24 marzo scorso, nel pieno della pandemia da Covid-19, il Comitato olimpico internazionale ha ufficializzato, d’accordo con il Governo giapponese, il rinvio di un anno dei Giochi olimpici di Tokyo 2020. I Giochi dovevano rappresentare il ritorno del Giappone sulla scena mondiale dopo calamità naturali e problemi socio-economici, ma il loro slogan, “Discover Tomorrow”, resta ancora valido.

Le prospettive economiche per la Colombia

Analisi La Colombia, che finalmente potrebbe avere tutte le condizioni necessarie per entrare in una fase di sviluppo senza precedenti, deve, invece, fare i conti con le sue contraddizioni tradizionali.