In 3 sorsi – Negli ultimi mesi la “questione Taiwan” è balzata agli onori delle cronache internazionali, alimentando nuove tensioni nel complesso rapporto tra Stati Uniti e Cina. La storia, maestra di vita, può aiutarci a comprendere meglio l’attuale status quo. Ripercorriamo le vicende dell’isola in tre date fondamentali.
Corso di Alta formazione in Studi Artici e Antartici – Online, dal 26 ottobre 2020
Il Caffè Geopolitico e AMIStaDeS propongono il “Corso di Alta Formazione in Studi Artici e Antartici. Il Diritto, la Geografia e l’Anima dei Poli”, in un percorso pensato per essere completo, ricco di approfondimenti e di casi pratici che servono a rendere reali aree del mondo difficilmente accessibili. Utile per studenti e per chi ha completato gli studi universitari, per ricercatori e studiosi del tema, per chi nutre semplice interesse o è desideroso di lavorare in questo mondo, nonché per studenti delle scuole superiori.
Questo percorso di formazione è pensato per affrontare e approfondire le principali scommesse di questo secolo: le nuove rotte, i contenziosi internazionali, l’energia e l’ecologia.
I primi due moduli forniranno un inquadramento storico e giuridico della situazione artica e antartica, passando prima per i trattati internazionali e il Diritto del Mare e analizzando, poi, le nuove rotte, la situazione energetica e il dilemma ambientale.
Il modulo tre è invece dedicato interamente alla geopolitica dei Poli, passando per gli interessi russi e cinesi, fino a quelli di Nord e Sud America.
Il modulo quattro, infine, fornisce una panoramica sociale, giuridica e antropologica sui popoli che abitano i Poli: si analizzano cultura, etnia e soprattutto ruolo svolto da queste popolazioni autoctone spesso dimenticate.
Ad accompagnarvi in questo percorso, docenti qualificati i cui nominativi saranno resi noti a breve.
Info sul corso
Struttura
Lezioni: 4 moduli preregistrati (11 ore totali). Scarica locandina e programma.
Sede: online
Lingua: Italiano
Calendario: verrà rilasciata un modulo a settimana, per 4 settimane, a partire dal 26 ottobre 2020.
Un questionario intermedio: al termine del secondo modulo.
Attestato di partecipazione: sarà rilasciato previa compilazione di un questionario finale.
Iscrizione e costo
Scrivi a [email protected] per ricevere il modulo d’iscrizione e assicurarti un posto in aula. L’iscrizione s’intende perfezionata solo al pagamento della quota di iscrizione.
Costi:
- Corso intero: 179 €
- Singolo pacchetto:
- Pacchetto 1: La legge del Ghiaccio (moduli 1 e 2) = 89 €
- Pacchetto 2: La geopolitica dei Poli (moduli 1 e 3) = 89 €
- Pacchetto 3: I Poli e gli Uomini Invisibili (moduli 1 e 4) = 89 €
I soci AMIStaDeS e i soci Caffè Geopolitico hanno diritto al 20% di sconto.
È previsto, inoltre, uno sconto per gli studenti delle Scuole superiori pari al 20%.
Sconto per i possessori della Lazio Youth Card: 15%
Modalità di pagamento
Accredito sul Conto Corrente bancario intestato a:
AMIStaDeS – Fai Amicizia con il Sapere – IBAN IT84N0301503200000003614884
Causale: iscrizione “Corso di Alta Formazione in studi Artici e Antartici”.
Per usufruire della scontistica, nella causale va specificata una delle tre diciture: “socio AMIStaDeS/Caffè Geopolitico/sconto studenti”.
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Bielorussia, il regime ha il fiato corto
Ristretto – In Bielorussia non si placano le proteste contro la “rielezione” di Lukashenko. Nonostante la fuga in Lituania di Svetlana Tikhanovskaya, il movimento di opposizione al Presidente ha continuato a crescere, sfidando apertamente la repressione brutale delle forze di polizia.
Da giovedì si sono infatti uniti ai dimostranti anche i lavoratori delle principali aziende statali, mentre il giorno successivo è sceso in sciopero anche il personale della metropolitana di Minsk. Questa massiccia mobilitazione popolare, provocata soprattutto dalle violenze degli OMON (unità speciali della polizia), ha di fatto paralizzato il Paese e mostrato i limiti della repressione governativa, costringendo Lukashenko a fare qualche passo indietro. Nel fine settimana sono state rilasciate decine di persone arrestate nei primi giorni delle proteste e la polizia sembra avere in parte limitato i propri interventi repressivi, assistendo spesso pacificamente alle dimostrazioni anti-governative. Ma le violenze non sono cessate del tutto e i racconti dei dimostranti scarcerati hanno rivelato gravi abusi (pestaggi, torture, violenze sessuali) che hanno infiammato ulteriormente la rabbia popolare. Ieri, su invito via web di Tikhanovskaya, si è tenuta una grande manifestazione a Minsk (circa 200mila partecipanti) che ha chiesto ripetutamente le dimissioni di Lukashenko e nuove elezioni. Il tentativo del Governo di mettere in piedi una contro-dimostrazione a sostegno del Presidente è fallito miseramente, con il coinvolgimento di poche decine di persone, mentre lo stesso Lukashenko è stato duramente contestato stamattina dagli operai della fabbrica MZKT durante una visita ufficiale.
Il regime sembra quindi aver perso il controllo della situazione, aprendo la possibilità concreta di un eventuale coinvolgimento delle opposizioni nel Governo o addirittura di un’ingloriosa uscita di scena del vecchio Presidente, padre-padrone del Paese dal 1994. A Lukashenko è però rimasta da giocare la ”carta Russia”, che potrebbe ribaltare drammaticamente l’esito della crisi. Sabato sera il Presidente bielorusso ha infatti avuto una lunga conversazione telefonica con Vladimir Putin e sembra avere incassato la promessa di aiuti a difesa della ”sicurezza” del Paese. I termini di tali aiuti non sono chiari e il Cremlino si è espresso ufficialmente in maniera piuttosto ambigua, ammonendo solo contro l’intervento di ”forze distruttive” nella crisi bielorussa. Sulla carta un’azione militare pro-Lukashenko appare improbabile, anche per le possibili ripercussioni sulla situazione interna russa, ma Putin ha già fatto scelte eclatanti in Ucraina, ignorando potenziali rischi o reazioni internazionali. Farà lo stesso anche a Minsk?
Simone Pelizza
Photo by David_Peterson is licensed under CC BY-NC-SA
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