mercoledì, 31 Dicembre 2025

APS | Rivista di politica internazionale

mercoledì, 31 Dicembre 2025

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Home Blog Page 185

Chi è Kamala Harris, candidata vice di Biden

In 3 Sorsi Il ticket presidenziale è ora completo: ieri Joe Biden ha messo a tacere tutti i rumors sulla candidata dem alla vicepresidenza. La scelta è ricaduta su Kamala Harris, Senatrice per la California ed ex Procuratrice. Cerchiamo di capire quali sono le ragioni di una tale scelta da parte di Biden, tracciando al contempo il profilo della Harris.

Xenofobia e Covid-19 (II): sinocentrismo e razzismo

Analisi Se è vero che all’estero le comunità cinesi (e asiatiche in generale) hanno conosciuto discriminazioni e persino violenze a causa del coronavirus, si può notare come anche all’interno della Repubblica Popolare Cinese la pandemia abbia purtroppo alimentato episodi di razzismo nei confronti degli stranieri. La seconda parte della nostra analisi si concentrerà dunque su tale aspetto, spiegandone il contesto politico e culturale.

Cina e India: de-escalation o escalation?

In 3 sorsi Dopo l’incidente di frontiera a Galwan tra India e Cina, il più grave da circa mezzo secolo, i due Paesi hanno adottato misure per evitare un’escalation, ma le questioni di fondo non sembrano risolte e la calma potrebbe essere solo apparente.

Bielorussia, la “vittoria” vuota di Lukashenko

Analisi Secondo i dati ufficiali, il Presidente bielorusso avrebbe vinto il suo sesto mandato consecutivo con l’80% dei voti. Ma nessuno ci crede davvero e le massicce proteste popolari in diverse città del Paese – represse duramente dalla polizia – dimostrano la sostanziale fragilità del regime, ormai guardato con freddezza anche dal vecchio alleato russo.

La tratta delle schiave finisce a Beirut

Analisi – La condizione delle domestiche straniere in Libano peggiora nettamente con il montare della crisi economica, mettendo in risalto il tema della kafala nel dibattito pubblico libanese.

Il Kuwait verso le elezioni: le strategie per il futuro

In 3 sorsi – Il Kuwait è la petromonarchia del Golfo che più di tutte ha investito in termini di riforme civili e nonostante la problematica degli expat sia un tasto dolente alle prossime elezioni in cantiere ci sono numerosi progetti per diversificare e lanciare l’economia kuwaitiana verso un futuro da protagonista, anche all’interno del Consiglio di Cooperazione del Golfo.

Trump vs. TikTok: la guerra dei social

In 3 sorsi – Trump firma l’ordine esecutivo che ricatta ByteDance: vendere TikTok entro 45 giorni o subire il ban totale dagli USA. La Cina e il mondo del tech protestano. Oltre al problema dei dati si pone quello del vetting cinese sui contenuti, perlopiù diretti a una demografia estremamente giovane.

È arrivato il cigno nero?

Editoriale –  A gennaio avevamo provato a descrivere come sarebbe stato il mondo nel 2020, ma l’arrivo del coronavirus ha cambiato tutte le carte in tavola. Vi presentiamo un nuovo ebook di aggiornamento del nostro outlook geopolitico, nel tentativo di offrirvi alcune chiavi di lettura in una fase così incerta per le relazioni internazionali

Sudan, quale destino per la regione di Abyei?

In 3 SorsiLo scorso maggio il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato per ulteriori sei mesi il mandato della missione UNISFA nella regione di Abyei, il territorio di confine fra Sudan e Sud Sudan. Divenuta zona franca al termine della guerra civile, dopo 15 anni Abyei è ancora un territorio conteso e il suo status rimane un punto interrogativo.

Quale futuro per l’hub finanziario di Hong Kong?

In 3 sorsi Le ultime vicissitudini hanno cambiato radicalmente lo status politico di Hong Kong. Bisogna quindi chiedersi cosa resta del maggiore centro finanziario dell’Asia orientale dopo l’emanazione della National Security Law lo scorso 30 giugno.

1. HONG KONG NON È PIÙ SPECIALE

Fin dal 1997, anno del ritorno alla Cina, Hong Kong appare come un esperimento abbastanza riuscito di democrazia. Tra i suoi punti di forza certamente la concessione da parte di Pechino della Basic Law che rende a tutti gli effetti Hong Kong una città internazionale, liberale e piena di attrattive commerciali. Il sogno di creare a Hong Kong “un Paese, due sistemi” era già vivido nel 1979, quando Deng Xiaoping aveva iniziato a intavolare le trattative con Londra. L’esperimento Hong Kong stava funzionando anche dal punto di vista economico, visto che contribuiva negli anni Novanta per ben il 27% al PIL cinese. Tuttavia con il passare del tempo il modello Hong Kong è stato replicato senza red tape anche in altre città, come Shenzhen, Pechino, Shanghai e Guangzhou, riducendo così il peso percentuale di Hong Kong nel PIL nazionale al 3% di oggi. L’adozione della nuova National Security Law può quindi essere dipesa anche dall’andamento di queste stime economiche.

Embed from Getty Images

Fig. 1 – Un poster pubblicizza la nuova legge per la sicurezza nazionale di Hong Kong, entrata in vigore a inizio luglio

2. LA PORTA D’ORIENTE

Nonostante la stretta di Pechino su Hong Kong, molti business internazionali e investitori occidentali continuano a muovere capitali in questa parte d’Oriente. Difficile staccarsi completamente da una città del genere, geograficamente adatta al commercio portuale e culturalmente diversa dal punto di vista del senso degli affari rispetto al resto della Cina. Sebbene il suo contributo al PIL cinese non sia brillante come un tempo, gran parte degli investimenti privati esteri in Cina continuano a passare per Hong Kong. Per essere più precisi, dei 138 miliardi di dollari in entrata del 2018, ben 90 sono transitati per Hong Kong, mentre dei 143 in uscita 87 sono passati dall’ex colonia britannica.
Secondo il banchiere Andrew Sheng gli investimenti esteri proseguiranno a Hong Kong, perché rappresenta pur sempre il mezzo più semplice per raggiungere la Cina continentale. Allo stesso tempo però la disputa commerciale tra Washington e Pechino rischia di coinvolgere anche Hong Kong, vista la presenza massiccia di banche private americane in città. Così la risposta americana alla National Security Law è l’Autonomy Act.
Dal 14 luglio è infatti in vigore la legge americana che impone sanzioni per ogni soggetto del mercato presente a Hong Kong che accetta le limitazioni delle libertà imposte dalla National Security Law. Il Regno Unito invece ha fatto sapere che circa 3 milioni di hongkonghesi potranno iniziare il percorso per ottenere la cittadinanza britannica. Anche Taiwan si è schierata a fianco di Hong Kong, sebbene per certi versi sembrerebbe più che altro un dispetto nei confronti di Pechino.

Embed from Getty Images

Fig. 2 – La Governatrice Carrie Lam durante la celebrazione del ventitreesimo anniversario del ritorno di Hong Kong alla Cina, 1 luglio 2020

3. COSA POSSIAMO ASPETTARCI

Hong Kong è uno dei centri globali per quanto riguarda private banking, fintech e contratti derivati. Inoltre l’ex colonia britannica, grazie alla proposta della Governatrice Carrie Lam, starebbe per diventare un centro finanziario offshore. Con la sua creazione sarebbe prevista l’offerta di un extra rendimento agli investitori per due motivi. Il primo è relativo alle ridotte dimensioni del mercato a Hong Kong, per cui si offre un premio di liquidità. Il secondo riguarda l’incapacità di prezzare correttamente le obbligazioni del mercato: anche in questo caso è prevista una compensazione attraverso un maggiore rendimento. Un flusso più ampio di capitali esteri da convertire in yuan quindi determinerebbe un apprezzamento della valuta cinese  È notorio inoltre che molti investitori stranieri sono particolarmente propensi nel depositare capitali a Hong Kong, visto che il dollaro locale è facilmente scambiabile con quello americano. Tuttavia, nell’arco di tempo tra settembre 2019 a marzo 2020, la città è passata dal terzo al sesto posto nel Global Financial Centres Index.
Il peso maggiore sul futuro dell’hub finanziario è però in mano alle multinazionali del capitalismo della sorveglianza. La protezione dei dati è fondamentale per i grandi del business che operano a Hong Kong. Secondo Robert Koepp potrebbe non esserci più alcuna differenza tra l’ex colonia britannica e la Cina continentale, ragion per cui le grandi multinazionali, preoccupate dalla National Security Law e dal controllo sui dati ad essa legata, starebbero pensando di trasferirsi a Singapore. Il futuro prossimo di Hong Kong come hub finanziario è quanto meno incerto.

Massimiliano Giglia

Photo by Ben Cheung is licensed under CC0

Eritrea, Afewerki in cerca di alleati

In 3 Sorsi – Il Presidente eritreo Afewerki ha visitato Egitto e Sudan in cerca di alleanze nel delicato scacchiere del Corno d’Africa, anche per garantirsi il sostegno nel percorso di pace con l’Etiopia.

Il Libano sopravviverà a questa crisi?

Analisi – Il Libano affronta la più grave crisi economica della sua storia con un sistema bancario al collasso. Povertà, disoccupazione ed inflazione non si arrestano, così come le proteste anti-establishment. Un piano di austerity è stato proposto per ottenere un prestito dal Fondo Monetario Internazionale, ma tensioni interne ed esterne, soprattutto tra USA ed Hezbollah, rischiano di minare qualsiasi ipotesi di salvataggio.