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Francia: Macron e l’arte dell’impensabile

In 3 sorsi – Emmanuel Macron affronta la sfida della Covid-19 su più fronti. Rilanciare la propria immagine interna e scommettere il proprio futuro politico nella grande partita a scacchi delle alleanze che deciderà le sorti dell’UE. Cambiare per sopravvivere.

Obama annuncia: Joe Biden for President

In 3 sorsi – Dopo mesi di attesa, Barack Obama annuncia il proprio supporto verso il futuro candidato democratico Joe Biden, suo ex Vicepresidente e amico. Il suo endorsement è stato reso noto dopo che Sanders ha dichiarato il proprio supporto il giorno precedente, mostrando così un fronte politicamente forse più coeso.

Coronavirus in Russia: giallo sui contagi e picco ancora lontano

Analisi – Boom di contagiati in Russia, nonostante il giallo sul numero totale. A Mosca preoccupa la capienza degli ospedali, ma il Sindaco Sobyanin tranquillizza la popolazione, mentre Putin chiede misure sempre più stringenti per muoversi in città.

Il viaggio della Resistenza italiana dall’8 settembre al 25 aprile

Ristretto25 aprile 1945: scatta l’insurrezione generale decisa dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) nove giorni prima, in concomitanza dell’avanzata degli Alleati verso la Pianura Padana. Nel giro di poche ore Milano e le altri grandi città dell’Italia settentrionale vengono liberate, mentre le truppe tedesche si ritirano verso il Brennero e Mussolini viene catturato e fucilato dai partigiani vicino Como. È l’inizio della fine della seconda guerra mondiale e del regime fascista in Italia. Le ostilità termineranno ufficialmente il 2 maggio con la resa delle forze tedesche ancora presenti nel Paese agli Alleati.

Il movimento di resistenza in Italia inizia già all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943, con le reazioni di alcune unità militari alle iniziative aggressive degli ex alleati tedeschi e la nascita del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) composto dalle principali forze politiche antifasciste (socialisti, comunisti, azionisti, democristiani, liberali, repubblicani). Nelle settimane successive si formano anche piccoli gruppi armati che lanciano operazioni di guerrigilia contro le forze tedesche di occupazione e i militi della neonata Repubblica Sociale Italiana (RSI), creata da Mussolini dopo la sua rocambolesca liberazione dal Gran Sasso. Sin dall’inizio la Resistenza italiana si caratterizza come un movimento complesso e eterogeneo, formato da persone e organizzazioni con ideali e motivazioni politiche diverse, ma unite dalla comune opposizione al fascismo e alla brutale occupazione nazista, fatta di deportazioni, massacri e crudeli violenze verso la popolazione. Inizialmente la collaborazione tra queste forze è difficile e frammentaria, ma col passare del tempo viene sviluppato un coordinamento sempre più efficace e le capacità operative dei gruppi partigiani in territorio occupato – all’inizio molto modeste – cominciano gradualmente a diventare significative. Non vanno dimenticati poi fenomeni di resistenza “non armata” come il soccorso dato dalla Chiesa agli ebrei o il rifiuto degli internati militari italiani in Germania di giurare fedeltà alla RSI. E nemmeno il ruolo delle forze armate del Regno del Sud, impegnate al fianco degli Alleati nella faticosa “risalita” della penisola contro i tedeschi.

Nel marzo 1944 il CLNAI, che gestisce la lotta armata nel Nord Italia, viene riconosciuto come “Governo straordinario” e comincia quindi ad assumere funzioni più propriamente politiche, interagendo direttamente con gli Alleati e istituendo comandi militari in alcune zone d’operazioni. Nei mesi successivi la liberazione di Roma e di parte della Toscana portano alla nascita di vere e proprie repubbliche partigiane (Val d’Ossola, Montefiorino, Val Ceno), che rappresentano un primo esperimento di Governo democratico dopo oltre vent’anni di dittatura. La vita di tali repubbliche è però molto breve e l’avanzata degli Alleati finisce per arrestarsi a fine estate nei pressi della Linea Gotica, costringendo i partigiani nel Nord ad affrontare un lungo e durissimo inverno, contrassegnato dall’assenza di rifornimenti e dalla sanguinosa azione repressiva di tedeschi e repubblichini. Molte formazioni riescono però a sopravvivere e la ripresa dell’offensiva alleata nell’aprile 1945, con il successivo sfondamento della Linea Gotica, porta all’intensificazione delle operazioni contro le forze occupanti e alla decisione di preparare un’insurrezione generale nelle città settentrionali. Il 21 aprile viene liberata Bologna, mentre il 24 gli Alleati passano il Po e avanzano nella Bassa Padana. Il giorno successivo scatta l’insurrezione e in poco tempo i partigiani liberano i principali centri urbani, iniziando anche una brutale “resa dei conti” contro militi e gerarchi della RSI. Molti di loro vengono infatti uccisi in modo sommario e il corpo dello stesso Mussolini viene esposto come macabro trofeo a Piazzale Loreto. Ma questi eventi non oscurano la gioia popolare per la ritrovata libertà. Il 28 aprile si tiene a Milano una grande celebrazione pubblica per festeggiare l’evento. Il giorno dopo i tedeschi firmano la resa agli Alleati a Caserta, diventata effettiva il 2 maggio, ponendo fine alla guerra in Italia.

Un anno più tardi il Governo di Alcide De Gasperi stabilisce per decreto il 25 aprile come festa nazionale, disposizione poi resa permanente dalla legge n. 269 del maggio 1949. A livello temporale non è molto lontana dalle date scelte da altri Paesi europei per celebrare la fine della guerra e dell’occupazione nazista: Olanda e Danimarca (5 maggio); Francia, Repubblica Ceca e Norvegia (8 maggio). Una vicinanza che conferma la Resistenza italiana come parte del più grande fenomeno della Resistenza europea contro il nazismo e della rinascita democratica di parte del Vecchio Continente dopo il 1945.  

Simone Pelizza

Buon 25 Aprile dall’IJF10 Perugia” by Giorgio Montersino is licensed under CC BY-SA 

Italia: al Consiglio Europeo una vittoria a metà?

In 3 SorsiAl vertice virtuale del 23 aprile i 27 leader dell’Unione Europea hanno deciso di dare vita ad un Recovery Fund per finanziare la ripresa economica dopo la pandemia. Una vera svolta o solo la prima tappa di un percorso ancora lungo?

La Germania e l’Europa alla prova del terrorismo di estrema destra

AnalisiUno spaventoso spettro si aggira in Europa – è lo spettro del nazismo. Sono trascorsi oltre 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, ma la Germania sta affrontando qualcosa di terribile che per troppo tempo è stato sottovalutato, il nazismo e l’antisemitismo con i quali è tornata a fare i conti. Nel solo 2018 si sono registrati 13mila reati di matrice neonazi, di cui 1.799 chiaramente antisemiti. Cresce l’infiltrazione nella polizia e nell’esercito.

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L’inverno “caldo” del Kazakistan (II)

AnalisiSeconda parte del nostro reportage esclusivo sul Kazakistan. Oggi diamo uno sguardo al difficile posizionamento internazionale del Paese centro-asiatico, sospeso tra Russia e Occidente.

Anthony Fauci, esperto della task force USA sul coronavirus

In 3 Sorsi – Tracciamo un profilo di Anthony Fauci, scienziato, esperto virologo e membro di punta della task force del Governo USA sul coronavirus, arrivando infine agli ultimi strappi con il Presidente Trump. Cosa è successo nelle ultime settimane?

La risposta dell’Unione Europea alla pandemia

In 3 Sorsi – Oltre al dramma umano e sanitario, gli effetti della pandemia Covid-19 saranno devastanti per l’economia europea. Come stanno reagendo le Istituzioni europee?

Carbon Tax: un’imposta contro il climate change

In 3 sorsi La Carbon Tax rappresenta un’efficace misura a breve termine per combattere l’emergenza climatica. A Davos è stato avviato il percorso, ma serve una forte accelerazione e la collaborazione di tutti i governi.

Inquietudini slovene

In 3 sorsi – La diffusione dell’epidemia di COVID-19 non risparmia nemmeno la Slovenia, e il Governo conservatore di Janez Jansa prova a imporre stringenti misure necessarie, a suo dire, a combattere il virus. Per le opposizioni invece, è solo il prodromo di una svolta autoritaria.

L’inverno “caldo” del Kazakistan (I)

AnalisiDodici mesi dopo il mezzo addio di Nazarbayev, il Kazakistan è ancora alla ricerca di un’identità politica definita e di uno stabile sviluppo economico e sociale. In questo reportage esclusivo, realizzato lo scorso inverno, scopriamo le tante contraddizioni e le fragili speranze del Paese centro-asiatico.