Analisi – La Cina vive le Relazioni Internazionali in maniera differente dal resto del mondo. Per l’attuale Governo cinese le motivazioni risiedono nel passato nazionale e nella concezione un tempo sinocentrica dell’ordine internazionale. Lo scorso marzo, il Presidente della Cina Xi Jinping ha inaugurato la Global Civilization Initiative (GCI), un piano d’azione che pubblicizza concetti quali il multilateralismo e la non ingerenza atto a destabilizzare l’ordine americano imperniato sul valore di democrazia. Per alcuni Paesi in via di sviluppo, le parole di Xi suonano allettanti.
La Thailandia al voto rincorre il cambiamento
In 3 sorsi – Domenica 14 maggio in Thailandia si sono tenute le elezioni per decidere la nuova guida del Paese. Dopo un decennio di Governi e coalizioni filo-militari, guidati dall’ex capo dell’Esercito Prayut Chan-o-cha, l’opposizione riformista del Move Forward Party e del Pheu Thai Party ha trionfato.
Il cammino verso una nuova cooperazione tra Cina e Stati Uniti
Caffè Lungo – La difficoltà nello stabilire un dialogo pacifico e proficuo tra le due super potenze mondiali Cina e USA ha implicazioni importanti per tutto lo scenario geopolitico. Siamo però sicuri che un nuovo mondo polarizzato è ciò che realmente vogliamo e di cui abbiamo bisogno?
Le relazioni civili-militari in Indonesia: il passato è il futuro?
In 3 sorsi – Le relazioni civili-militari in Indonesia sono sempre state fonte di dibattito. I militari indonesiani hanno storicamente portato avanti una “doppia funzione” che permetteva loro di occuparsi non solo della difesa del Paese, ma anche degli aspetti politici ed economici. Oggi la situazione pare trasformata, ma il pericolo di un ritorno al passato è incombente.
L’Egitto tra crisi e ambizione
In 3 sorsi – L’Egitto sta provando di tutto per riprendersi dalla profonda crisi economica derivata, prima, dalla pandemia di Covid-19, poi dal perpetrarsi della guerra russo-ucraina, cercando anche di rendere più salde le sue relazioni internazionali.
Leggi tutto: L’Egitto tra crisi e ambizione1. UN’ECONOMIA IN GINOCCHIO
In un momento di condivisione come quello del Ramadan, la popolazione egiziana si è trovata a non poterlo vivere come gli altri anni. Infatti, la pandemia di Covid-19, prima, e lo scoppio della guerra russo-ucraina poi, hanno avuto un forte impatto sull’economia del Cairo, il cui tasso di inflazione nel febbraio di quest’anno ha sfiorato il 32%. Questo dato, che non si registrava così alto dal 2017, va di pari passo all’aumento dei costi del cibo, lievitati del 61,5%, la cui motivazione principale consiste nel blocco della fornitura di grano dall’Ucraina, il maggior fornitore egiziano. Le difficoltà che ne derivano sono facili da immaginare: l’impossibilità di comprare beni di prima necessità, come pane, uova o carne, si somma a quella di assicurare un’educazione dignitosa ai figli. Come se non bastasse, all’inizio del 2023 il valore della sterlina egiziana si è dimezzato rispetto a quello del dollaro statunitense, una svalutazione dovuta soprattutto all’effetto dello scoppio della guerra in Ucraina che ha portato molti investitori globali a lasciare il mercato egiziano.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il 2 marzo 2023 il Governo egiziano ha annunciato un aumento del prezzo del carburante
2. IL GOVERNO TRA SPRECHI E SACRIFICI
Alla luce di questi dati, per limitare gli effetti della crisi economica sulla popolazione, pare sia necessaria una helping-hand esterna. Un aiuto fondamentale è arrivato dal Fondo Monetario Internazionale (IMF), che nel dicembre 2022 ha erogato un prestito di 3 miliardi di dollari per risollevare l’economia egiziana e limitare la crescita del debito pubblico. L’obiettivo dell’IMF è anche quello di catalizzare verso il Paese nordafricano un totale di 14 miliardi di dollari da partner regionali e internazionali nel futuro prossimo. Questo aiuto, però, non è arrivato senza richieste. L’IMF vuole, infatti, che l’Egitto conceda maggior margine di movimento al settore privato, riducendo l’influenza dell’esercito nelle questioni economiche. Da parte sua, anche al-Sisi sta cercando di mettere a punto nuove politiche per risollevare il Paese. Dall’inizio di aprile, infatti, dovrebbero applicarsi aumenti a pensioni e salari, mentre, con l’approvazione del piano economico per l’anno fiscale 2023-2024, il Ministero della finanza ha previsto un aumento del 28% dei fondi destinati alle prestazioni sociali, rispetto al 17% dello scorso anno fiscale. D’altro canto, il Governo non ha rinunciato a una serie di dispendiosi megaprogetti. Si stima che la costruzione della “New Administrative Capital”, dove verranno spostati tutti gli uffici amministrativi del Governo, sia costata circa 59 miliardi di dollari, mentre, contemporaneamente, la costruzione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità continua, incessantemente, nonostante la crisi.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen incontra il Presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi, Cairo, 15 giugno 2022
3. PROSPETTIVE INTERNAZIONALI
Al-Sisi sta cercando di sfruttare a proprio vantaggio anche le relazioni estere, prima fra tutte, quella con l’Unione Europea. Fin dal 2016, il Governo egiziano ha iniziato a bloccare tutte le navi in partenza per l’Europa usate per trasportare migranti. L’avvio di questa cooperazione ha previsto un finanziamento che si aggira intorno agli 11 milioni di euro a favore del Cairo, motivo per il quale alla fine di marzo 2023 è stato effettuato un incontro tra il vicepresidente della Commissione europea, Schinas, e il Ministro degli Esteri egiziano, Shoukry, con l’obiettivo tanto di rafforzare la diplomazia tra i Paesi, quanto la cooperazione economica tra UE ed Egitto, tramite una serie di progetti legati alla fornitura energetica con i Paesi del nord del Mediterraneo, al controterrorismo e alla sicurezza alimentare. Sempre in quest’ottica, a fine marzo, Bruxelles e il Cairo hanno firmato un accordo che prevede lo stanziamento di 40 milioni di euro per garantire la sicurezza alimentare in Egitto. Nello stesso periodo, al-Sisi ha deciso di unirsi alla New Development Bank dei BRICS, che gli permetterà di aggirare il problema di ottenere dollari statunitensi per l’import, in quanto i membri di quest’ultima utilizzano la propria valuta per gli scambi commerciali. A tal fine è fondamentale anche il riavvicinamento alla Turchia, il cui ripristino delle piene relazioni formali, sembra imminente. Da questa nuova vicinanza, il governo egiziano otterrebbe grandi benefici in termini commerciali. Le imprese turche, infatti, si sarebbero impegnate ad effettuare investimenti per un valore di 50 milioni di dollari sul suolo egiziano, fattore considerevole, vista, tra le altre cose, la necessità del Cairo di acquisire le valute estere di cui scarseggia.
Alessia Mazzaferro
Immagine di copertina: “Cairo market street, at dusk” by Sebastian Anthony is licensed under CC BY-ND
Le crisi sotto la Mezzaluna
E-Book – Trend e prospettive delle crisi protratte e multilivello in Medio Oriente e Nord Africa.

Siria, Libia, Yemen, Tunisia, Libano, Iran, Afghanistan. Paesi, terre e popolazioni attraversati da lotte di potere, corruzione, violenze, guerre e povertà, da un tempo tanto prolungato che tali condizioni possano rientrare nella definizione di “crisi protratte”. Quali caratteristiche hanno tali crisi? Quali significati? Quali prospettive delineano per i Paesi implicati?
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L’IRA funesta dell’UE
Analisi – I sussidi ambientali USA sotto l’IRA introducono un nuovo tipo di “guerra” commerciale. Biden alterna cooperazione con gli alleati con obiettivi di politica industriale, mentre Washington affina il suo nuovo approccio alla (de-)globalizzazione.
Paraguay, Santiago Peña del “Partido Colorado” è il nuovo Presidente
Ristretto – Il “Partido Colorado” rimane al potere in Paraguay e il candidato conservatore Santiago Peña vince le elezioni.
Una panoramica su Taiwan (II): intervista a Lorenzo Lamperti
Le interviste del Caffè – Lorenzo Lamperti, direttore di China Files, ci fornisce uno spaccato delle prossime elezioni presidenziali della Repubblica di Cina. Chi sono i candidati, e a quali scenari andiamo incontro? E come sono state prese le dichiarazioni che Macron ha pronunciato riferendosi a Taiwan? Per finire, qualche considerazione sul rapporto tra Roma, Pechino e Taipei.
Italia e Azerbaigian: una relazione multidimensionale iniziata da Heydar Aliyev
Le interviste del Caffè – Trent’anni di relazioni diplomatiche tra Baku e Roma. Abbiamo intervistato l’Ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian, Sua Eccellenza Rashad Aslanov, per ripercorrere la storia di tali relazioni ed esplorare le prospettive per il futuro.
Ringraziamo l’Ambasciatore Aslanov per la cortese disponibilità.
Trenta anni di relazioni diplomatiche tra Azerbaigian e Italia e un anniversario importante, i 100 anni dalla nascita del Leader nazionale dell’Azerbaigian, che queste relazioni ha avviato. Cosa può dirci di questa data e su quali fronti può principalmente crescere quello che si mostra come un chiaro esempio di partenariato multidimensionale?
La ringrazio per questa prima domanda, che mi permette di raccontare da subito quanto quest’anno sia importante per il mio Paese: festeggiando i 100 anni del nostro Leader nazionale, noi ricordiamo innanzi tutto una delle più importanti figure della nostra storia. L’Azerbaigian del 1991-1993, alla riconquista della nostra indipendenza, era un Paese molto diverso da quello attuale. Eravamo pressati da difficoltà economiche, politiche e sociali, con tra l’altro il 20% del nostro territorio occupato dall’Armenia. Heydar Aliyev, tornando nella vita politica dell’Azerbaigian nel 1993, ne ha trasformato le sorti, riuscendo con acume ed una visione illuminata a cambiare il corso della storia. Heydar Aliyev, grazie al suo ampio e approfondito sapere, ha risolto con successo le preoccupazioni più serie del popolo azerbaigiano, non solo durante il periodo dell’indipendenza, ma anche successivamente, grazie a decisioni ponderate e coraggiose. A seguito della riuscita attuazione della strategia petrolifera nazionale di Heydar Aliyev, il popolo dell’Azerbaigian è divenuto pieno proprietario delle sue risorse naturali e ha acquisito queste risorse in un breve periodo di tempo, fornendo un forte impulso allo sviluppo del Paese. L’adozione della prima Costituzione della Repubblica dell’Azerbaigian e l’attuazione di riforme fondamentali in ogni ambito, la costruzione dello Stato democratico e la creazione di un esercito regolare, sono contributi eccezionali di Heydar Aliyev a beneficio del popolo dell’Azerbaigian. Al fianco dei politici più autorevoli del suo tempo, Heydar Aliyev ha svolto un ruolo eccezionale nel promuovere l’aspetto moderno dell’Azerbaigian e i ricchi valori del popolo, assicurando una posizione degna dello Stato nel sistema delle relazioni internazionali. Tra gli obiettivi principali che il Leader Nazionale si è prefissato, c’era la risoluzione del conflitto Armenia-Azerbaigian sulla base delle norme e dei principi del diritto internazionale, la liberazione dei territori e il ritorno degli sfollati azerbaigiani alle proprie case: tutte le risorse del Paese e il potenziale del popolo sono stati mobilitati per il ripristino della giustizia. Ciò è finalmente avvenuto con la Guerra Patriottica del 2020.
La laicità del nostro Stato, così come il multiculturalismo che lo permea, sono tutte eredità del Leader Nazionale.
La politica multivettoriale del Paese è diventata una strategia di stato grazie a lui, a cui si deve l’instaurazione delle relazioni con USA, UE, Turchia, Israele, ma anche con la stessa Italia, a cui oggi ci lega un rapporto di partenariato strategico.
La visita ufficiale in Italia del Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Sig. Heydar Aliyev, tra il 25 e il 28 settembre 1997, ha stimolato ulteriormente lo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi. Durante la sua visita il Presidente Heydar Aliyev ha incontrato l’allora Presidente della Repubblica d’Italia Luigi Scalfaro, il Primo Ministro Romano Prodi, il Presidente del Senato Nicola Mancino, il Presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante e altri alti funzionari governativi, nonché i capi delle grandi aziende coinvolte a stabilire rapporti commerciali con l’Azerbaigian. Egli sostenne l’apertura di un’Ambasciata azerbaigiana nella capitale italiana. Lo scorso anno la nostra Ambasciata, alla presenza del Presidente Ilham Aliyev, ha inaugurato una nuova sede, un edificio di grande impatto e bellezza, che ospita anche il Centro Culturale dell’Azerbaigian. Questo enorme successo, insieme alle relazioni politiche – scandite dalle numerosissime visite bilaterali di alto livello, economiche, culturali e a tutti gli accordi firmati in questi anni, possono essere considerati proprio una conseguenza di quella prima visita del ’97.
Tra i nostri Paesi ci sono ottime fondamenta perché le relazioni si accrescano ancora, mantenendo questi standard politici ed andando ad ampliare ancora le già ottime relazioni economiche. Vorrei ricordare che per l’Azerbaigian l’Italia non è solo un partner, ma un Paese amico, e non è un caso che sia uno degli stati le cui aziende sono impegnate nel difficile ed emozionante lavoro di ricostruzione nei territori dell’Azerbaigian liberati nel 2020.
Fig. 1 – Il Presidente dell’Azerbaigian Heydar Aliyev al Forum economico di Cernobbio del settembre 2022
Alla luce del conflitto in Ucraina, l’Azerbaigian gioca un ruolo fondamentale per la transizione energetica dell’Italia. Come si svilupperanno le relazioni energetiche tra i nostri paesi nel prossimo futuro?
Parlando di transizione energetica, vale la pena ricordare che l’Azerbaigian ha un grande potenziale di energia rinnovabile e come i membri dell’Unione Europea, anche l’Azerbaigian mira ad aumentare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico ed il nostro attuale obiettivo è raggiungere il 30% entro il 2030 – e questa stessa cifra non è l’obiettivo finale. L’Azerbaigian ha già stabilito un forte modello di cooperazione con l’UE firmando un accordo sul raddoppio delle forniture di gas all’Europa entro il 2027, che include anche l’espansione della cooperazione nel campo dell’energia verde. Diverse aziende europee sono già impegnate in vari progetti di energia rinnovabile in diverse parti del paese, incluso il Karabakh liberato.Uno dei progetti più importanti che verranno realizzati nel prossimo futuro prevede il lancio di esportazioni di energia verde dall’Azerbaigian verso l’Europa, a seguito della firma dell'”Accordo su un partenariato strategico nel campo dello sviluppo e della trasmissione di energia verde tra i governi della Repubblica di Azerbaigian, Georgia, Romania e Ungheria.” Nell’ambito di questo progetto, è prevista la posa di una linea di trasmissione di energia di 1.195 chilometri con una capacità di 1.000 MW tra la Georgia e la Romania e l’installazione di un cavo di collegamento digitale. Guardando al futuro, possiamo affermare con certezza che il Paese esporterà non solo gas naturale, ma anche energia verde in Europa. In questo modo crediamo che l’Italia, in qualità di nostro partner strategico, sfrutterà le ampie opportunità offerte dall’Azerbaigian nel campo delle energie rinnovabili, e ci auguriamo che anche in questo le aziende italiane possano essere all’avanguardia. Come sapete, con la nuova realtà sorta a seguito degli attuali processi geopolitici a livello mondiale, si è manifestata per la prima volta in Europa una difficoltà di approvvigionamento energetico. Sullo sfondo delle crisi energetiche, è emersa la tempestiva messa in servizio del TAP, che trasporta il gas azerbaigiano attraverso l’Italia verso l’Europa.
Secondo fonti ufficiali italiane, nel 2022 l’Italia ha importato 10,3 miliardi di metri cubi di gas dall’Azerbaigian tramite TAP, pari al 14,2% delle importazioni totali, e le esportazioni di gas dall’Azerbaigian verso l’Italia sono aumentate del 42% rispetto all’anno precedente. Dobbiamo tenere in conto che il gas viene spesso definito il “combustibile ponte” all’interno della transizione energetica.Nessuno, non solo in Italia, ma anche in Europa, ha dubbi che l’Azerbaigian sia un partner affidabile. Il progetto TAP ne è un chiaro esempio. Ad oggi l’Azerbaigian ha ricevuto ordini per esportazioni di energia da almeno 10 Paesi. Vorremmo affermare con certezza che le relazioni amichevoli e di fiducia reciproca tra i nostri Paesi apriranno sempre la strada a nuove opportunità di cooperazione. Ne è un chiaro esempio la recente attribuzione ad “Ansaldo Energia” di un contratto per la fornitura di 4 turbine a gas del valore di 160 milioni di euro, necessarie per la costruzione di una nuova centrale in Azerbaigian. Tale progetto garantirà di risparmiare per il consumo di gas sulle esportazioni ulteriori verso l’Europa.
Fig. 2 – I Presidenti Aliyev e Mattarella al Quirinale nel febbraio 2020
All’inizio si è accennato a un partenariato multidimensionale: come possono migliorare e stratificarsi le prospettive di studio dei nostri giovani in Azerbaigian in seguito alla costituzione dell’Italy-Azerbaijan University a Baku?
Il progetto dell’Italy-Azerbaijan University, la cui sede è in costruzione all’interno dell’ADA University di Baku, è di grande importanza per le nostre relazioni nel settore culturale-istruzione. Il progetto è stato sostenuto dallo stesso Presidente Ilham Aliyev, proprio perché si inserisce in due temi per noi di rilievo: il valore delle giovani generazioni e della loro istruzione, e i rapporti con l’Italia. La Italy-Azerbaijan University vede una collaborazione tra l’ADA e cinque delle principali università italiane: Sapienza Università di Roma, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, LUISS Guido Carli e Alma Mater Università di Bologna. Proprio a fine aprile il Rettore dell’Università di Bologna in visita a Baku ha inaugurato il Joint Certificate Program in Food System Management, la prima attività formativa promossa dalla nuova università e che porterà all’apertura di una Scuola di Scienze Agrarie ed Alimentari. Sono certo che l’Italy-Azerbaijan University diverrà un punto di riferimento importante per l’istruzione non solo dei giovani azerbaigiani ma anche degli italiani e degli studenti internazionali, e porterà anche ad una maggiore conoscenza delle nostre reciproche culture e tradizioni.
A cura di Luca Canale
“Expo Milano 2015 – Azerbaijan Pavilion” by corno.fulgur75 is licensed under CC BY
La mediazione cinese nell’accordo tra Riyadh e Teheran
Analisi – La mediazione cinese nell’accordo tra Arabia Saudita e Iran segnala un cambiamento significativo degli equilibri geopolitici a livello globale. La Cina, a differenza degli Stati Uniti troppo spesso coinvolti nei conflitti regionali, non si schiera e rimane neutrale. Questa neutralità, riconosciuta e apprezzata dalle parti, la agevola nel suo ruolo di mediatrice. La credibilità e il peso politico cinese aumentano mentre l’accordo garantisce al Paese un guadagno anche in termini economici.


