In 3 sorsi – Il processo per l’approvazione dell’accordo tra UE e Mercosur, in stallo dal 2019,
potrebbe subire una svolta decisiva grazie all’elezione di Lula da Silva a nuovo Presidente del
Brasile, ma si dovrà prima affrontare la questione ambientale (e non solo).
L’accordo UE-Mercosur e la vittoria di Lula, fra speranze e timori
Kirghizistan, accordi segreti e proteste
Caffè lungo – Il Kirghizistan è scosso da nuove proteste anti-governative. Il motivo delle manifestazioni risiede nell’accordo segreto firmato da Bishkek per delimitare il confine con l’Uzbekistan e in un progetto di legge fortemente restrittivo della libertà di stampa.
Dalle speranze democratiche alla guerra civile: la tragedia del Myanmar
In 3 sorsi – A quasi due anni dal colpo di Stato il Myanmar è attraversato da una guerra civile che vede contrapposto il Tatmadaw al People’s Defence Force (PDF), le forze militari del Governo di Unità Nazionale (NUG), mentre l’ex leader Aung San Suu Kyi continua a vedere aumentare gli anni della sua condanna al carcere, ormai arrivati a 26.
Come la Spagna sta diventando la terza potenza dell’Unione Europea
Analisi – Madrid non è esente dai problemi che stanno colpendo il resto dell’UE. Ma un’economia dinamica e un ruolo geopolitico più centrale stanno aumentando l’importanza internazionale del Paese.
La Cina prende il largo tra acque tempestose
Analisi – Il 22 ottobre 2023 a Pechino si sono chiusi i lavori del XX Congresso del Partito Comunista Cinese, con il terzo rinnovo del mandato di Xi che guiderà la Cina, pur tra grandi difficoltà interne ed internazionali, verso la realizzazione di una prosperità comune.
Il centravanti e La Mecca: calcio, Islam e petroldollari nel nuovo libro inchiesta di Paesi Edizioni
Recensioni – Storie, curiosità e aspetti poco noti del calcio contemporaneo e del suo forte legame con la politica nel mondo islamico raccontati nel saggio di Paesi Edizioni a cura di Rocco Bellantone, con un contributo di Beniamino Franceschini, vicepresidente del Caffè Geopolitico.
USA, le midterm consegnano un’anatra zoppa, ma felice
Analisi – Il Presidente Biden e i democratici ottengono un risultato superiore alle attese. Riflettiamo qui sulle cause del risultato e le prospettive dei prossimi due anni. Mentre dalla Florida sorge un nuovo astro per il Partito Repubblicano. Trump è avvisato.
Etiopia e Tigrai firmano la pace: è davvero finita la guerra?
In 3 sorsi – Dopo due anni di guerra, il Governo federale etiope e il TPLF hanno firmato un trattato di pace, che però impone gravose concessioni ai tigrini. Nonostante la grave crisi umanitaria, non è da escludere il ritorno alle armi.
A Spasso nel Tempo: da Mao, a Deng fino a Xi, la Cina di ieri e di oggi
Un nuovo governo per l’Iraq
In 3 sorsi – Dopo un anno di stallo, l’Iraq ha un nuovo Governo. Il Primo Ministro Mohammad al-Sudani si trova alla guida di un Paese indebolito dal sovrapporsi di crisi politiche, economiche e sociali.
Pakistan-FMI: una storia senza fine
Caffè lungo – Lo scorso agosto l’FMI ha autorizzato un prestito di circa $1,2 miliardi per Islamabad, sbloccando la settima e ottava tranche dei fondi previsti nell’ambito del programma Extended Fund Facility (EFF) e fornendo così gli aiuti tanto necessari al Paese che è alle prese con una grave crisi economica aggravata da massicce inondazioni.
Egitto e Qatar nella mezza luna di miele araba
In 3 sorsi – Lo scorso 13 settembre, il Presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi è stato ospitato in visita ufficiale dall’Emiro qatarino Al-Thani, testimoniando la ritrovata sintonia d’intenti. La precedente visita dell’Emiro in Egitto ha portato all’annuncio di ingenti investimenti nel Paese nordafricano da parte del Qatar, ma quanto è sostenibile la luna di miele tutta araba?
Leggi tutto: Egitto e Qatar nella mezza luna di miele araba1. LA FERITA DEL 2017: LA PARTECIPAZIONE DELL’EGITTO NELLA CRISI DIPLOMATICA DEL GOLFO
La notizia di ingenti investimenti qatarioti in Egitto viene a seguito di un periodo difficile tra i due Paesi arabi. Le relazioni bilaterali erano state sospese all’indomani della crisi diplomatica del giugno 2017, fortemente voluta dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti (EAU), che avevano coinvolto Bahrain e altri Stati, tra cui l’Egitto. Le Monarchie del Golfo volevano indurre il Qatar a fare marcia indietro sui rapporti coltivati indipendentemente con attori ritenuti ostili, ovvero la Repubblica turca e la Repubblica islamica dell’Iran. L’Egitto ha partecipato attivamente in tale disputa, nella quale, in un’azione sincronizzata, i Paesi avevano isolato via terra, mare e d’aria la penisola del Qatar. L’Egitto aveva posto il divieto da parte alla flotta aerea commerciale e militare di sorvolare il proprio spazio aereo, mossa apertamente ostile per impedire al Qatar l’importazione di beni di prima necessità. Tuttavia, il Qatar, proprio grazie al sostegno dei due attori ostili, Turchia e Iran, riuscì a sopravvivere all’isolamento forzato, fino a quando nel gennaio 2021 venne trovato un modo per risolvere la crisi e ripristinare i rapporti diplomatici e di buon vicinato. L’Egitto ha fatto seguito il 20 gennaio 2021 sospendendo la rivalità con la Monarchia grazie alla mediazione congiunta di Kuwait e Stati Uniti.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi dà il benvenuto ufficiale all’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al-Thani, 25 giugno 2022
2. LA RITROVATA SINTONIA IN UNA CRISI GLOBALE
La ritovata sintonia non è casuale ed è stata in parte forzata dall’attuale crisi globale in seguito all’invasione russa in Ucraina e le conseguenti pressioni inflazionistiche sull’economia mondiale a partire dall’apprezzamento del dollaro e dall’aumento dei prezzi nel settore energetico e quello alimentare. In particolare l’invasione russa in Ucraina ha mandato in tilt la filiera agroalimentare mondiale, impedendo ai due maggiori produttori ed esportatori di grano, Russia e Ucraina, di esportare il raccolto di grano, causando un aumento vertiginoso dei prezzi del cereale, i quali hanno reso molto più oneroso le importazioni per l’Egitto, primo importatore mondiale. Le difficoltà sono state evidenti sia da parte del settore privato che in quello pubblico. Di conseguenza la mossa qatarina di fine giugno, che prevede investimenti per un ammontare di 5 miliardi di dollari, consente all’Egitto di respirare temporaneamente e sembrerebbe testimoniare una distensione e un riavvicinamento tra i due paesi arabi. Le aziende e i settori egiziani appetibili al fondo qatarino, la Qatar Investment Authority, a questa data non sono stati resi pubblici. In aggiunta, a ottobre è iniziata a circolare la voce che la QIA sia intenzionata a investire ulteriori 2,5 miliardi di dollari per l’acquisizione del 20% di Vodafone Egitto, Nonostante la ritrovata intesa, già si intravede qualche crepa a testmoniare la permanenza di punti di frizioni ben radicati, a partire dalla mancata erogazione delle risorse finanziare annunciate a marzo.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e l’Emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al-Thani durante una cerimonia a Doha, Qatar, 14 settembre 2022
3. QUASI AMICI
Gli investimenti in Egitto e le visite ufficiali sembrano celare le profonde differenze che permangono tra i due paesi. Le divergenze possono di fatto definirsi come profonde dal momento che nel contesto regionale Qatar ed Egitto hanno vedute e prospettive sostanzialmente diverse nei confronti della Fratellanza Musulmana e dell’Islam politico. Frattura originatasi alla nascita dello stato qatarino dopo che esponenti della Fratellanza musulmana si stabilirono in Qatar. Questa potrebbe essere identificata molto probabilmente come la causa prima del deteriorarsi dei rapporti, rinvigorita all’ indomani della Primavera Araba, avendo il Qatar negli anni dato rifugio ad ulteriori esponenti della Fratellanza Musulmana. Altro momento chiave e di frattura 2013, quando il primo Presidente eletto democraticamente e appartenente al partito della Fratellanza Musulmana, Morsi, venne esautorato dall’attuale Al-Sisi. Divergenza che è emblematica nel loro schieramento antagonista nel conflitto in Libia, che vede L’Egitto schierato con il governo di Tobruk a fianco di Emirati Arabi Uniti, Russia e Francia mentre il Qatar con quello di Tripoli sponsorizzato dalle Nazioni Unite, Turchia e Italia. Le differenze permangono e non sembrano destinate a sparire in un futuro prossimo, anche se la recente intesa non può che essere una buona notizia per la stabilità della regione. Visto l’aiuto finanziato apportato dal Qatar, fratture come quelle del 2017 saranno meno probabili e difficili da realizzare, avendo la monarchia del Golfo acquisito potere negoziale nei rapporti bilaterali.
Augusto Sisani
Immagine di copertina: Photo by LAGRANDEENTREPRISE is licensed under CC BY-NC-SA


